Una richiesta di consistenti aumenti di salario, un’ondata di scioperi per colpire la produzione dove fa più male, una verifica dei risultati con il voto operaio. Gli azionisti di STELLANTIS-FORD E GM hanno dovuto aprire il portafoglio.
Lo sciopero degli operai americani del settore automobilistico, proclamato dallo UAW (Sindacato Operai Auto) si è chiuso formalmente ieri con il voto favorevole del 74% degli operai GM. Nei giorni scorsi gli operai della Ford e di Stellantis avevano votato a favore della bozza di contratto, rispettivamente con 82% e 85% dei voti.
Il referendum operaio, per approvare qualsiasi bozza di contratto, in America è vincolante!
Lo sciopero si è protratto, con i picchetti operai alle entrate degli stabilimenti Stellantis, Ford e GM coinvolti per oltre 6 settimane.
Il numero degli operai complessivamente schierato nello sciopero è stato di 40mila operai iscritti allo UAW su un totale di 146mila membri.
Tre padroni, un unico esercito operaio, compatto
La novità assoluta non è stata solo quella di scioperare contemporaneamente contro le Big Three (Stellantis, Ford e GM) con il blocco di singoli stabilimenti che producono veicoli di fascia alta e quindi di alti margini di profitto, ma anche quella della trattativa separata per ogni marchio. Questo metodo unito alla compattezza degli operai delle tre case automobilistiche ha permesso agli operai di mettere sotto pressione i singoli padroni, dividendo il fronte avversario!
Allentando la pressione sui singoli padroni disposti alla trattativa e accentuandola su quelli più intransigenti. Alla GM, la più riluttante ad avvicinarsi alle proposte sindacali, per esempio, è stato bloccato dallo sciopero “Uno degli stabilimenti più redditizi del pianeta, lo stabilimento di assemblaggio GM di Arlington, sede dei redditizi SUV Chevy Tahoe, Chevy Suburban, GMC Yukon e Cadillac Escalade. Lo sciopero di Arlington raddoppia il costo settimanale delle perdite GM, portandolo da 200 a 400 milioni di dollari, ha dichiarato GM” (J White 27/10 Reuters). Una tattica che ha permesso di risparmiare sul numero di operai coinvolti, meno di un terzo degli iscritti e di ottenere un risultato storico per quanto riguarda gli aumenti e potere di acquisto salariali!
+158% per i precari e oltre il 27% per gli operai fissi
L’accordo segna una inversione di tendenza sul recupero del potere d’acquisto, eroso da inflazione e mancati aumenti contrattuali, dei lavoratori dell’industria automobilistica e degli operai americani negli ultimi 40 anni.
La strada era stata aperta nel 2021 dalla lunga vertenza degli operai della J.Deere (vedi articolo di OC del 22/11/2021) che dopo aver respinto per due volte consecutive l’accordo proposto da UAW e padroni, ottenevano il 20% di aumenti salariali.
Gli operai delle tre case automobilistiche, con minime differenze, ottengono un aumento salariale del 27% spalmato sui prossimi quattro anni, con un aumento immediato nell’anno in corso del 14%. La paga oraria per gli operai fissi in produzione passa da $32 (29,50 euro) a $40,50 (€ 38). Un bonus “una tantum” di 5 mila dollari (4684 euro) verrà corrisposto a tutti gli operai membri del sindacato inclusi i precari.
Per gli operai a tempo determinato (solo in Stellantis sono 3200) l’accordo prevede la stabilizzazione entro nove mesi dall’accordo. Il loro salario orario tenendo solo conto degli aumenti passerà dagli attuali $ 16,67 a $40. Il raggiungimento della soglia salariale massima per i neo-assunti viene ridotta da nove a tre anni.
Reintroduzione del COLA (Adeguamento del salario al costo della vita)
L’adeguamento dei salari all’aumento dei prezzi al dettaglio e inflazione era stato sospeso negli USA nel 2009, con un accordo sindacale in seguito alla crisi economica dell’anno precedente.
In Italia è stato abolito nel 1985 (” scala mobile”) e mai più ripristinato, con gli evidenti effetti sui salari operai.
Lo sciopero di oltre sei settimana ha imposto la sua reintroduzione, il COLA contribuirà, stando alle proiezioni, ad aggiungere un incremento salariale del 6/7% entro la fine del contratto. Portando la paga oraria degli operai di linea a $42 e degli operai specializzati a 50 dollari. L’accordo prevede anche il salvataggio di diversi stabilimenti chiusi di recente.
La ratifica dell’accordo
Gli enormi e straordinari dividendi per gli azionisti delle “Big Three” negli ultimi anni sono stati possibili grazie ai ritmi e ai carichi di lavoro forsennati imposti soprattutto agli operai delle linee di produzione. Gli azionisti hanno, di fronte alla pressione e determinazione degli operai in sciopero, dovuto ridare indietro una piccola fetta del lavoro estorto, una piccola fetta principalmente prodotta dagli operai di linea, da dividere in tanti. Se guardiamo al voto di ratifica tra gli operai della Ford, l’unico che abbiamo trovato, salta subito in evidenza la differenza tra i voti degli operai della produzione ed il resto della forza lavoro. Il voto favorevole totale tra gli operai delle linee di produzione raggiunge il 68,3% scendendo negli stabilimenti più grandi al 55%. Segno dell’insoddisfazione degli operai incatenati alle linee anche 10 ore al giorno.
Un segnale importante per tutti gli operai!
UAW non è presente nelle fabbriche asiatiche ed europee che producono negli USA per aggirare i dazi sulle auto importate: Toyota, Mitsubishi, Volkswagen, ecc.. Tuttavia, le ricadute dell’accordo UAW sono già evidenti. Secondo il sito web della Toyota (l’azienda ha 14 stabilimenti di produzione nel Nord America e impiega più di 32.000 operai) i manager di Toyota hanno già dichiarato che, in seguito al nuovo contratto UAW, aumenteranno di circa il 9% i salari operai.
Il Sindacato degli 8.200 operai canadesi, UNIFOR, il 30/10/23 ha siglato la bozza di accordo con Stellantis Canada. L’accordo prevede un aumento tra il 20/25% spalmato nei prossimi tre anni. La reintroduzione del COLA è stata approvata con il 60% dei voti favorevoli.
Calma assoluta, invece, nelle fabbriche italiane del settore. I sindacalisti firmatutto minacciano le solite processioni del sabato, mentre le voci sullo smantellamento degli stabilimenti da Melfi a Cassino diventano sempre più insistenti. Saranno in grado gli operai di Stellantis Italia di fare propria la lezione che arriva dagli USA obbligando i rispettivi sindacalisti a muovere il culo per tutelare il potere d’acquisto salariale?
A cura di MC
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