PER GIULIA NON FATE UN MINUTO DI SILENZIO, BRUCIATE TUTTO

La giovane sorella di Giulia ha tracciato una nuova strategia nella lotta delle donne. “ Il femminicidio è un delitto di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge… Per Giulia non fate un minuto di silenzio bruciate tutto”
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La giovane sorella di Giulia ha tracciato una nuova strategia nella lotta delle donne. “ Il femminicidio è un delitto di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge… Per Giulia non fate un minuto di silenzio bruciate tutto”

Una nuova generazione di giovani donne “arrabbiate” si sta facendo avanti, tra gli spazi fino ad ora occupati da quel femminismo moderno, che nello sforzo di essere il più inclusivo ed universale possibile, ha perso la sua carica rivoluzionaria. Come ogni anno il movimento femminista “Non Una di Meno” ha confermato la mobilitazione del 25 novembre contro la violenza di genere, aderendo alla mobilitazione internazionale. La cronaca Italiana di questi ultimi giorni, ha dato molto risalto alla morte della giovane Giulia. Scomparsa con il suo fidanzato l’11 di novembre in Veneto, è stata trovata morta dopo 7 giorni. Il” suo ragazzo,” “il suo assassino”. La gestione mediatica di questa tragica e brutale vicenda, ha assunto i connotati di una” serie televisiva a puntate”. La narrazione della vicenda è stata gestita in modo tale da suscitare il “consueto” e” morboso “interesse del pubblico, tenuto con il fiato sospeso sino all’ultima tragica puntata, con “esito” “scontato”. Derubricata come la 105esima donna uccisa da un uomo è stata presentata dai mass media con il consueto termine “femminicidio”, parola “contenitore “ usata sapientemente per evitare di dare troppe spiegazioni su cosa siano esattamente le uccisioni delle donne.
Ma, la giovane sorella di Giulia, rompendo quegli schemi imposti della narrazione di questi omicidi che descrivono le donne che vengono uccise come “vittime silenziose “, ha dichiarato spiazzando tutte e tutti i benpensanti:” Il femminicidio è un delitto di Stato, perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge…. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.” Il suo presentarsi a testa alta, arrabbiata e non nella parte della” sorella” della “vittima” che piange disperata davanti alle telecamere ma che con dignità conserva dentro di sé il suo dolore, perché è un evento intimo, ha dato voce a tantissime donne determinate a non rimanere in silenzio e che hanno chiaro che in questi casi non si può e non si deve fare appello alla clemenza di uno stato patriarcale che per sua natura è esso stesso il vero problema della violenza sulle donne. La violenza contro le donne non è scomparsa con la fine della caccia alle streghe! È stata solo normalizzata! La violenza contro le donne è per il capitale fondamentale nella guerra globale che muove contro i popoli e i proletari nel mondo. Il capitalismo per potersi estendere e per esistere ha bisogno della struttura patriarcale. Bruciate sui roghi, lobotomizzate nei manicomi, sterilizzate a forza, torturate e uccise. Una violenza, quella contro le donne, non casuale o occasionale, ma bensì ben pianificata e strutturata dal sistema capitalista, che ad esempio in continenti come l’Africa e l’America Latina, colpendo le donne che tengono unite le comunità, costringe le popolazioni ad abbandonare i loro territori, lasciando così campo libero alle compagnie petrolifere ed estrattive di sfruttare , con la copertura delle Istituzioni Internazionali (Banca Mondiale e Nazioni Unite, FMI), le ricchezze rapinate alle popolazioni. Il patriarcato attraverso la violenza maschile è da sempre funzionale alle regole del profitto e dell’accumulazione capitalistica, dell’organizzazione della società secondo rapporti di sfruttamento. Una nuova generazione di donne “arrabbiate”, si è posta il problema e si è data delle risposte che vanno nella giusta direzione. Sono “arrabbiate” e vogliono rappresentare una “minaccia”.
S.O.

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