Ormai e diventato un vizio. Il ministro, in primo piano, con elmetto e pettorina per la propaganda governativa, le proteste dei pendolari oscurate per renderle inesistenti. Intanto ad Abbiategrasso il 12 Dicembre i pendolari arrabbiati hanno bloccato i treni invadendo binari e marciapiedi.
Caro Operai Contro, letteralmente ammassati uno sopra l’altro nei vagoni, i pendolari il 12 dicembre bloccano il treno alla stazione di Abbiategrasso (Mi). Invasi binari e marciapiedi, quando intervengono le forze dell’ordine, il “disordine” è già in essere.
Sulla linea ferroviaria Milano-Mortara-Alessandria, 20 mila pendolari (Trenord che integra Trenitalia). I pendolari si sono organizzati contro i ritardi e i disservizi che da tempo sono diventati la regola.
Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture gira alla larga. Preferisce come il 18 dicembre, con un codazzo di sindaci e autorità varie, andare a Chiomonte in Valsusa con tanto di casco e pettorina degli addetti ai lavori, a farsi un po’ di propaganda a buon mercato, in quello che dovrebbe essere il cantiere del Tav Torino- Lione, l’arenata opera del mega tunnel alpino varata 35 anni fa e mai partita. Dal versante italiano neanche un metro è stato scavato.
A Mortara come detto, Salvini non si vede dalla comparsata dell’estate 2022, per le elezioni comunali, quando dovette rimandare il giorno, forse per assicurarsi non ci fosse aria di particolare accoglienza da parte dei pendolari, presi per il culo per anni dalla politica, con promesse di risolvere i disservizi dei treni. Per lo stesso motivo evidentemente, Ignazio La Russa all’ultimo momento cancellò definitivamente il programmato comizio.
Rete ferroviaria italiana (Rfi) è stata costretta da un lungo periodo di lotta e proteste dei pendolari, a riconoscere loro, su questa tratta ferroviaria uno sconto del 30% sugli abbonamenti mensili e annuali, sconto che i pendolari stanno usufruendo da 18 mesi.
Non è proprio ciò che volevano e vogliono. Con la lotta continuano a rivendicare puntualità dei treni (i ritardi arrivano anche ad un’ora), più carrozze, più treni (ora promessi per il 2024) e non da ultimo, l’avvio dei lavori per il raddoppio dei binari tra Abbiategrasso ed Albairate, rifinanziato nel 2021 con il PNRR.
Nella sola Lombardia sono ben 14 linee ferroviarie su 42, che non rispettano l’indice ufficiale di affidabilità.
In tutto il paese molte proteste dei pendolari e “incidenti” ferroviari, rimangono “chiusi” nelle notizie locali. Solo in caso di grosse tragedie o se vi è coinvolto un treno come il Frecciarossa, lo si viene a sapere. Come è stato il 10 dicembre per lo scontro con parecchi feriti a Faenza, tra un Frecciarossa e un treno Regionale.
Ma Salvini è preso dalla visibilità mediatica, senza rischi d’imbattersi nell’ira dei pendolari, furenti per i disservizi di cui è il primo responsabile in qualità di ministro in questo settore. Sceglie la mondanità dove può abbondare in demagogia, sconfinando in un ridicolo avvio dei lavori del Tav Torino-Lione, 35 anni dopo!
In queste occasioni può recitare la parte dello statista dichiarando: “questa è una giornata storica, non saranno quattro anarchici a fermare la Torino-Lione”. E mentre Salvini dà il via ai lavori, il giorno dopo arriva la notizia che devono ancora essere comprate le 2 super frese per bucare la montagna e le ditte che hanno vinto gli appalti, devono ancora assicurare la presenza di 700 operai!
Un’altra giornata all’insegna della propaganda governativa viene consumata dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Restano intatti i gravi problemi di chi viaggia sui treni, ma anche le condizioni di lavoro degli operai che lavorano sui binari.
Ossessionato dal ponte sullo stretto di Messina, con il quale vorrebbe passare alla storia, per realizzarlo Salvini è pronto a sottrarre fondi a situazioni come sulla Milano-Mortara e come la Palermo-Catania, dove il treno impiega 6 ore per fare 210 chilometri.
L’omicidio di 5 operai sui binari di Brandizzo a fine agosto, ha fatto venire a galla che, ai traumatici disservizi di Rfi, alla “straordinarietà” dei disastri ferroviari catalogati come “impreviste disgrazie”, si somma una “ordinarietà” di un operaio ucciso sui binari ogni quattro mesi. Perché costretti a lavorare in fretta tra il passaggio di un treno e l’altro.
La sicurezza sul lavoro rivendicata e sostenuta con lo sciopero dagli operai che lavorano sui binari, dai macchinisti e dal personale viaggiante, da una parte; dall’altra, pendolari che con le loro proteste arrivano a bloccare i treni, esasperati da disservizi diventati la regola, sono azioni necessarie che andrebbero solo potenziate ed estese, per costringere il ministro dei Trasporti e il governo ad affrontare realmente questi problemi, non usarli per suonare la gran cassa della propaganda elettorale.
P.S. nel 2022 l’utile netto di Rfi (il padrone è lo Stato) risulta di 263 milioni di euro, a fronte di un investimento pari a 5.930 milioni di euro. In un quadro di elevata solidità finanziaria a circa 34 miliardi di euro. Gli stipendi medi annuali per dirigente è di circa 83.707 euro, l’8% in più della media nazionale.
Saluti Oxervator.
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