LO SCAMBIO INEGUALE

La padrona bianca affiancata da ENI, ENEL e aziende varie chiama a raccolta i capi africani, promette loro 5,5 miliardi di euro in aiuti ma non dice che vuole in cambio lo sfruttamento delle “terre rare” che valgono centinaia di miliardi.
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La padrona bianca affiancata da ENI, ENEL e aziende varie chiama a raccolta i capi africani, promette loro 5,5 miliardi di euro in aiuti ma non dice che vuole in cambio lo sfruttamento delle “terre rare” che valgono centinaia di miliardi.

Caro Operai Contro, qualcosa di ben pesante da mettere nella scatola vuota del “Piano Mattei” la Meloni ce l’avrebbe. Va nel segno di aumentare la rapina al popolo africano. Da una parte, per essere più forte nella contesa con i grandi paesi predatori dell’Africa, spinge per mettere insieme i paesi dell’Ue che, commercialmente, sono ognuno in competizione con gli altri; al tempo stesso, se in questo fallisse o riuscisse solo in parte, dovrà procedere da sola o con gli alleati che trova, nel perseguire il suo piano.
Mira non solo a potenziare in Africa la presenza dell’Eni sempre più vorace di petrolio e nuovi siti da sfruttare, o di nuovi spazi per Enel, partecipate e aziende varie.
Ci sono le “terre rare” sempre più indispensabili all’industria moderna. La Meloni non ne ha parlato durante la Conferenza. Lo ha fatto però in precedenti interviste a Sky-Tg24 e a Fox News, in cui elencava le alte “appetibilità” del sottosuolo africano: “silicio, cobalto, oro, platino, diamanti, rame, oltre il petrolio naturalmente”.
L’evento con la scenografia a effetto è andato in onda dall’interno dell’aula di palazzo Madama. Foto ricordo dal drone: 46 delegazioni con 22 capi di Stato e di governo, oltre i vertici di Ue, rappresentanti di Fmi e Nazioni Unite. Una settantina in piedi schierati su 5 fila, davanti ai tavoli della presidenza del Consiglio.
Mossa propagandistica in vista delle elezioni europee di giugno, ma soprattutto tentativo di pianificare un più redditizio “posto al sole” dell’imperialismo italiano in Africa, nella ripartizione sempre in tumulto dello sfruttamento di quei territori, fra paesi europei, e paesi che in Africa controllano vaste aree e interi Stati: Cina, Russia, Emirati, e la Turchia nella Ue, attuando una politica di scambi commerciali molto favorevoli, mascherata come aiuti ai paesi africani.
Tra le tante critiche alla sceneggiata del cosiddetto “Piano Mattei, almeno un paio di cose le più macroscopiche, vengono sottaciute o date per scontate.
Forse la più stridente è che nessun “piano” col dichiarato proposito di “aiutare a livello paritario” altri popoli, può essere credibile, finché il governo del Paese che lo propone, l’Italia, considera e bolla come “clandestini”, i migranti che provengono dall’Africa o da qualsiasi Paese.
Avveniva anche con i precedenti governi. Ma solo la Meloni al governo, rafforza il marchio di clandestini per gli immigrati, mentre pretende di costruire con i Paesi dai quali provengono, un piano “paritario” di cooperazione tra Africa e Europa. Che sfrontatezza! Non li accoglie come essere umani che emigrano ma come clandestini, e parla, o meglio straparla di “rapporti paritari” come collante del fantomatico “Piano Mattei”.
Un altro aspetto è la deriva del governo Meloni nell’affrontare gli sbarchi che, proprio per quanto detto sopra, vengono considerati illegali. Nuove leggi e disposizioni affidano alle navi Ong (Organizzazioni non governative) porti lontani per sbarcare i migranti salvati in mare o prelevati da barconi insicuri.
Impiegare 5 o 6 giorni tra andata e ritorno, piuttosto che 1 giorno o 2, non è la stessa cosa. In questo modo il governo vuole essere sicuro, che la stessa nave non potrà essere nel tratto di mare dove passano i barconi da soccorrere, o avvengono i naufragi, e quindi, non potrà all’occorrenza salvare vite umane.
Le Ong che non si attengono scrupolosamente alle direttive, e variano il percorso per soccorrere imbarcazioni in difficoltà, vengono punite con multe salate e il fermo della nave per diversi giorni. Anche una sola nave ferma non potrà soccorrere né salvare qualcuno. Queste decisioni del governo non hanno forse i connotati dei crimini contro l’umanità? E i responsabili non dovrebbero risponderne?
L’intervento alla Conferenza di Moussa Faki, presidente della Commissione dell’Unione Africana che raggruppa 54 Stati, ha riportato per un attimo la Meloni con i piedi per terra: “avremmo auspicato di essere consultati” specificando poi: “non ci possiamo più accontentare di semplici promesse che spesso non sono mantenute”.
Per il suddetto Piano il governo non investirà un euro in più di quelli già stanziati, dei promessi 5,5 miliardi di euro, 3 sono sottratti dal fondo per il Clima, e 2,5 miliardi dal fondo per la Cooperazione e lo sviluppo.
La Meloni sceglie il copione più adatto per ogni rappresentazione, sperando di essere la più furba e che i governi degli altri paesi abbocchino all’amo.
Saluti Oxervator.

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