Qualcuno più attento potrà ricordare che già nel 2021 in un articolo, citai Antonio Gramsci e a distanza di tre anni, ritorno a menzionare la sua frase più conosciuta perché purtroppo, nei fatti, nulla è cambiato.
In maniera particolare dalla Panda ad oggi, gli operai di Pomigliano (anche se, senza alcun rischio di smentita, potrei tranquillamente affermare che è così per tutto il gruppo Stellantis) sono sempre stati “spremuti” di più al solo scopo di incrementare il profitto del padrone. In questi anni abbiamo assistito ad una escalation assurda di efficienza che fa rima con MASSACRO degli operai. Non è altro che una corsa continua al risparmio, sfruttando il più possibile la forza lavoro. Un esempio semplice che vi potrà sembrare assurdo ma non lo è, è che se prima per produrre un numero X di auto servivano “1000” (numero a caso) addetti; oggi per produrre lo stesso numero di auto X mi servono “800” (numero a caso) addetti. Questo è l’esempio più banale e semplice per spiegare la loro efficienza che fa rima col nostro massacro. Aumento della produzione con meno operai, che si verifica sia quando aumenta la cadenza della linea, cioè il numero di vetture prodotte a turno, sia quando questa cadenza diminuisce ma diminuisce anche il numero di addetti sulla linea.
Nel corso degli anni la situazione è sempre più peggiorata, ma ultimamente siamo arrivati al fondo. Lavoriamo come animali, senza neanche più il tempo di bere un sorso d’acqua. Alla fine del turno siamo distrutti. È facile capire che con questi ritmi la salute e la sicurezza di noi operai è messa sempre di più, giorno dopo giorno, a rischio. Ecco che ti spieghi il motivo per il quale negli ultimi anni il numero di RCL (lavoratori con ridotte capacità lavorative), soprattutto giovani, è aumentato ed è facile scommettere che così facendo aumenteranno sempre di più.
Il tutto, per l’appunto, nella più totale indifferenza di chi dovrebbe invece tutelarci. Nessuna differenza tra i bidelli, cioè il sindacato firmatario, ed i cosiddetti finti rivoluzionari della Fiom. Una pratica di accompagnamento alle scelte del padrone con l’abbandono totale degli operai che non ha fatto altro che renderci sempre più schiavi con la loro complicità.
Fanno solo operazioni di facciata come quella di richiedere “unitariamente” e con “forza”, ma solo dopo mesi e a parole, la riparazione della scala mobile per raggiungere la mensa al terzo piano (!) che praticamente ha messo in condizione molti operai disabili di non poterne usufruire. Intanto però non tutelano in nessun modo gli rcl che sono costretti ormai a lavorare su postazioni per loro insostenibili. I firmatutto in questi giorni hanno firmato l’ennesimo accordo per le uscite incentivate, con quattro soldi in più rispetto agli accordi precedenti, sottolineando che sarà valido “il criterio di non opposizione” da parte dell’azienda che “garantirà che potranno uscire … solo coloro che accetteranno l’uscita incentivata”. Una bugia grande come una casa. In questi giorni stanno fioccando provvedimenti disciplinari nei confronti di rcl che non riescono a sostenere la postazione che è stata loro assegnata per le patologie che hanno e, se vanno in infermeria il “medico competente” dice loro che possono fermarsi solo per mezz’ora. I capi richiamano continuamente gli operai per “mancata produzione”. Devono costringerli ad andarsene con l’incentivo, oppure verranno licenziati per cumulo di provvedimenti disciplinari. Altro che “usciranno solo quelli che accetteranno espressamente l’uscita incentivata”. Inoltre, questi venditori di fumo di sindacalisti vogliono farci credere che il “criterio di non opposizione” ci tuteli di più di quello precedentemente usato della “volontarietà” per accedere agli incentivi, ma è chiaro a tutti noi che una cosa è quando l’azienda deve aspettare che siamo noi a proporci per il licenziamento “incentivato” ed un’altra è quando è lei che può individuarci come licenziati e noi dobbiamo solo opporci. La pressione nei confronti di chi è stato “selezionato” diviene così ancora maggiore
Il sindacato in fabbrica è solo quello padronale. Noi operai non abbiamo più sindacato. Anche quelli che dicono di stare con noi, nel migliore dei casi, fanno solo chiacchiere senza nessuna conseguenza.
A febbraio scorso le dichiarazioni di Tavares con la possibilità di chiudere due stabilimenti italiani; per poi fare un dietro front; per poi presentare la pandina; per poi assistere all’unità sindacale su alcuni temi con la promessa di iniziare un percorso finalizzato ad accendere i riflettori sulla questione Stellantis, con tanto di passaggio di un’assemblea unitaria in fabbrica. Ad oggi di concreto non si è visto niente, ma si è materializzato il loro solito accompagnamento della linea padronale di cui parlavo sopra. Dall’annuncio di chiusura di inizio febbraio ad oggi, i ritmi di lavoro sono aumentati a dismisura con al centro la ricomparsa della cassa integrazione che ha riguardato il reparto Tonale, protagonista sia a marzo che ad aprile prossimo, con la già annunciata settimana di cassa.
Lo scenario descritto, con al centro l’immobilismo sindacale, non lascia dubbi all’immaginazione: hanno deciso di girarsi dall’altra parte ed è in questo stato di abbandono che noi lavoratori dovremmo iniziare ad unirci in primis proprio contro di loro, ricordando quella frase che li vede protagonisti: “ODIO GLI INDIFFERENTI”.
PILONE OPERAIO STELLANTIS DI POMIGLIANO D’ARCO
Comments Closed