IL RICORDO DEL SACRIFICIO DEGLI OPERAI DELLA INNOCENTI

Per non dimenticare rimanendo fedeli ai principi degli operai.
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Per non dimenticare rimanendo fedeli ai principi degli operai.

Questo anno il ricordo dei nostri compagni operai della INNOCENTI passa dalla
commemorazione del 80esimo anniversario degli scioperi del marzo 1944 durante i quali
centinaia e centinaia di operai furono arrestati, portati in carcere a S.Vittore e poi
deportati nei campi di lavoro di Mauthausen e Gusen. Tra questi vi furono quindici operai
della Innocenti. Riproduciamo la testimonianza di un uno di loro sopravvissuto ai lager.
Racconta cosi l’operaio Adamo Sordini :
“ Da luglio 43’ facevo parte del consiglio di zona di Lambrate e della commissione interna
dell’Innocenti, ma dopo l’8 settembre 43 per non venire arrestato ho dovuto lasciare
Lambrate e mi sono rifugiato nel lecchese. Su in montagna inserito nella 118a brigata
Garibaldi tenevo i contatti con la fabbrica e mi adoperavo alle classiche azioni partigiane
Nel febbraio del 44 venni a sapere che bisognava organizzare a Milano uno sciopero
generale ed fui incaricato di contattare le operaie e gli operai dei reparti di produzione
Innocenti per coinvolgerli alla sua riuscita . Per non avere problemi al rientro in fabbrica
io e Arrisari avvisammo il direttore generale dello sciopero, il quale disse che se ci
fossero stati dei problemi ci avrebbe avvisato prima”. Il 1 marzo alle ore 10 tutte le grandi
fabbriche del nord Italia si fermano , migliaia e migliaia di operai e operaie scendono in
sciopero . “ Alla Innocenti decidemmo di recarci in direzione per riscuotere le retribuzioni
concordate precedentemente e alla risposta del capo della manodopera che i soldi erano
finiti, tutti gli operai uscirono dalla fabbrica. Durante i giorni dello sciopero tenemmo i
contatti con la direzione per capire se ci potevano essere eventuali reazioni dei fascisti ,
ma il direttore ci rassicurò dicendo di non preoccuparci. Invece il 10 marzo di mattina
entrarono nello stabilimento le SS sparando all’impazzata cercando di impaurirci.
Dapprima ci spaventiamo visto il grande numero di donne presenti ma poi reagiamo
fortemente restando al nostro posto “. Del direttore e dei dirigenti nessuna notizia.
“ Alle 5 del pomeriggio siamo pronti per uscire ma le uscite sono tutte bloccate.
Ci radunano tutti nel cortile e chiamandoci per nome ci intimano di andare su in direzione
ma nessuno risponde. Poi qualcuno comincia a dire che forse non c’è nulla da temere
vogliono solo dei chiarimenti sui fermi di produzione, così io , Arrisari e altri operai siamo
saliti in direzione ma li ci aspettavano i nazifascisti per arrestarci e portarci in carcere a
San Vittore “.
Con la silenziosa complicità della direzione, rea di non aver fermato i nazifascisti, la
rappresaglia era terminata.
Essi furono portati la sera del 10 marzo a San Vittore, poi dopo 5 giorni trasferiti a
Bergamo e da li il 17 marzo insieme a diverse centinaia di operai furono caricati sul treno
e deportati nei campi di lavoro in Germania. Ecco l’elenco degli operai della Innocenti
arrestati e deportati.
Gli Operai della INNOCENTI deportati:
Giacomo BANFI anni 29 attrezzista (morto a Mauthausen il 18.5.1945)
Luigi COLOMBO anni 50 tornitore (morto a Mauthausen l’ 11.4.1945)
Agostino CORNO anni 48 fonditore (morto a Gusen il 23.12.1944)
Vincenzo DE SILVESTRI anni 42 montatore (morto a Wien/Hinterbruhl il
28.3.1945)
Giovanni DOLFI anni 31 addetto minuteria (morto a Mauthausen il 24.3.1945)
Agostino MANTICA anni 31 fonditore (morto a Linz il 2.8.1944)
Luigi MARZAGALLI anni 45 saldatore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giovanni POLONI anni 50 addetto minuteria (morto in data e luogo ignoti)
Alfredo POZZI anni 34 addetto minuteria (morto a Hartheim il 22.8.1944)
Battista PREVITALI anni 29 addetto minuteria (morto a Gusen il 20.8.1944)
Luigi RADICE, anni 36, manutentore (morto a Mauthausen il 31.3.1945)
Dante VILLA anni 22 fonditore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giuseppe ARRISARI anni 37 morì pochi giorni dopo il suo ritorno a casa
Giacomo COSTA anni 34 ritornò dai campi di concentramento
Adamo SORDINI anni 33 ritornò dai campi di concentramento.
La memoria storica dei fatti, i soggetti che li hanno prodotti e le motivazioni che hanno
permesso di superare ostacoli e paure, negli ultimi tempi sembrano essere passati in
secondo piano. Ma tutto questo per noi operai diventa ancora fondamentale per
proseguire la lotta contro chi in nome del profitto, si appropria della vita altrui, chi in
nome del profitto ripudia i diritti precedentemente conquistati, chi in nome del profitto
trasforma i luoghi di lavoro in carceri dove la sicurezza è solo un insieme di carta
“straccia”, chi in nome del profitto con scelte arbitrarie si erge a giudice mettendo in
discussione le leggi. Insomma questa odierna diatriba tra fascismo e antifascismo non
convince, tutto viene trattato come se fossero due modi di pensare e non il prodotto di
uno scontro fra operai e padroni giunti ad un livello tale che i ricchi per piegare gli operai
dovevano assumere la forma di un regime fascista e dopo assumere, senza vergogna,
quella dello stato antifascista e ciò ha permesso ad una classe sociale, quella dei
ricchi, di imporre la propria egemonia su un altra classe sociale, quella poveri, in piena
democrazia. Dunque come operai, come classe sociale che ha contribuito in maniera
determinante alla cacciata dei nazifascisti il problema di come, chi sta al potere oggi si
autodefinisca, non è essenziale, siamo antifascisti perché siamo veramente contro i
padroni e ricordando i nostri compagni operai come un esempio da non dimenticare,
resistiamo ai soprusi proponendo una nuova strada per arrivare ad una società non più
basata sull’arricchimento di pochi ai danni di molti.

25 Aprile 2024

Gli operai della INNSE

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