OPERAI MANDATI ALLO SBARAGLIO

Un’altra strage di operai, sta diventando la normalità. I padroni, i cosiddetti “datori di lavoro”, sono i diretti responsabili ma una montagna di chiacchiere sulla sicurezza, una ridicola richiesta di far luce li coprirà e loro continueranno a far lavorare gli operai a rischio della vita. Il profitto prima di tutto, per tutti.
Condividi:

Un’altra strage di operai, sta diventando la normalità. I padroni, i cosiddetti “datori di lavoro”, sono i diretti responsabili ma una montagna di chiacchiere sulla sicurezza, una ridicola richiesta di far luce li coprirà e loro continueranno a far lavorare gli operai a rischio della vita. Il profitto prima di tutto, per tutti.

Caro Operai Contro, ancora 5 operai morti sul lavoro nel palermitano, un sesto è gravissimo. “Esalazioni all’interno delle vasche fognarie”, dicono le notizie. “Non sono state prese le dovute precauzioni” è il commento del comandante dei Vigili del fuoco intervenuti. Una frase che suona sibillina che lascia aperta la conclusione: “è colpa degli operai”.
Il governo Meloni in tema di lavoro si è riunito il 30 aprile, ignorando ancora le morti sul lavoro.
I 3 operai morti sul lavoro il 2 maggio avevano rispettivamente 57; 59; 60anni. Prima della Fornero a 60anni si era in pensione, ora invece in questa fascia di età aumentano i morti sul lavoro nel crescente stillicidio quotidiano.
Il governo Meloni ha la colpa di aver introdotto i subappalti a cascata e dato ai padroni la possibilità di prorogare i contratti a termine, invece dell’assunzione fissa dopo 12 mesi, e proprio con i contratti precari gli operai si infortunano e muoiono il doppio di quelli stabili.
Inqualificabile la dichiarazione della ministra del Lavoro Calderone, che descrive una tendenza opposta a quella reale: “Morti bianche, nel 2023 i dati Inail evidenziano positivi segnali indicando una contrazione dei casi mortali (da1.090 a 1.041, con un decremento del 4,5%”.
Per la Calderone ci sarebbero addirittura “positivi segnali” e un “decremento del 4,5%” delle morti.
Anche buona parte di stampa e televisioni per stare al passo con il governo, versano lacrime di coccodrillo per i morti sul lavoro e ne nascondono il reale numero, considerando solo i dati sottostimati dell’Inail che conta solo i morti suoi assicurati.
“ 11 morti sul lavoro tra il 30 aprile e il 1° maggio, ma a voi ve ne hanno raccontati 2 ”.
Così denuncia l’Osservatorio indipendente di Bologna, che non si limita a contare solo i morti assicurati all’Inail, ma anche quelli con altre assicurazioni e quelli in nero.
Nel 2023 con l’informazione controllata dai padroni, è passato il dato che i morti sul lavoro sarebbero stati 1.041, una media di 2,85 al giorno per 365 giorni.
In realtà nel 2023 l’Osservatorio indipendente di Bologna ne ha contati 1.485, ben il 43% in più, ( 986 sui luoghi di lavoro, 499 in itinere) una media di 4,06 al giorno per 365 giorni.
Nei primi 120 giorni del 2024, cioè fino al 29 aprile compreso, sono stati 475 (340 sui luoghi di lavoro, 135 in itinere) con una media giornaliera di 3,95 per 365 giorni, ovvero 4 al giorno.
A questi “infortuni” mortali sul lavoro vanno purtroppo aggiunti gli operai che ogni anno muoiono per malattie professionali.
Esempio l’esposizione all’amianto ancora altamente letale, nonostante dal 1992 sia vietato lavorare e importare questo minerale. Prima che le patologie ad esso legate si manifestino, passano anche decenni. Inoltre in Italia nel 2024, sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di un milione di siti e micrositi, fra questi 50mila siti industriali, molte scuole e ospedali.
I dati diffusi pochi giorni fa in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto, confermano ancora l’alta incidenza di queste patologie professionali. Negli ultimi10 anni in Italia le morti per amianto, sono state circa 60 mila in prevalenza uomini, quindi una media di 6 mila all’anno. Ogni anno – precisa l’Osservatorio – in Italia ci sono 10mila nuove diagnosi: mesotelioma maligno, asbestosi, tumore polmonare, tumore ovarico.
Complessivamente (non solo i casi legati all’amianto) nel 2023 gli operai ai quali l’Inail ha riconosciuto la malattia professionale, sono stati 12 mila in più dell’anno prima. In totale 72.754, più 19,7% sul 2022, più 31,6% sul 2021, più 61,6% sul 2020.
Anche il governo Meloni ha fatto la sua parte nel rendere più a rischio le condizioni di lavoro e ha deciso di ignorarne le tragiche conseguenze.
Gli operai non devono aspettarsi nessun aiuto da nessuno perché nessuno è disposto ad indicare nei padroni i primi responsabili e perseguirli, perché nessuno indica apertamente Salvini come il responsabile degli appalti a cascata che tante morti hanno provocato. Se non si ha un obiettivo chiaro contro cui concentrare le forze, al quale chiedere di rendere conto delle stragi operaie tutto diventa un pantano di frasi fatte, di condoglianze di rito fino al prossimo operaio che mandato allo sbaraglio non tornerà più a casa.

Saluti Oxervator.

Condividi:

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.