MANGANELLO FACILE

E' facile usare il manganello contro ragazzi e ragazze, giovani studenti, ma il governo deve stare attento, la protesta può diventare incontenibile e le forze in campo unirsi e moltiplicarsi. Da chi protesta per la Palestina, a chi è stanco di farsi uccidere sul lavoro, ai migranti trattati come bestie nelle campagne. E non sarà un gioco facile disperderli a manganellate.
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E’ facile usare il manganello contro ragazzi e ragazze, giovani studenti, ma il governo deve stare attento, la protesta può diventare incontenibile e le forze in campo unirsi e moltiplicarsi. Da chi protesta per la Palestina, a chi è stanco di farsi uccidere sul lavoro, ai migranti trattati come bestie nelle campagne. E non sarà un gioco facile disperderli a manganellate.

Caro Operai Contro, “Chi parla di Palestina viene respinto con i manganelli”. Così il fumettista Zerocalcare al Salone del libro di Torino, interrompe la presentazione del suo libro, per solidarizzare con i manifestanti bloccati all’ingresso dalla polizia in tenuta antisommossa. Anche alcuni editori chiudono gli stand, solidarizzando con i manifestanti.
Piantedosi il ministro dell’Interno dell’infausto decreto Cutro, ha di nuovo scatenato i manganelli contro il movimento degli studenti, che hanno contestato la ministra “per le pari opportunità e la famiglia”, Roccella; hanno bocciato l’opuscolo del ministro “dell’Istruzione e del merito” Valditara; hanno smascherato la messa in scena oscurantista del governo Meloni definita: “Stati generali della natalità”.
Come negli ultimi mesi in tante città, il 10 maggio a Roma, (di nuovo) inaudite cariche della polizia sugli studenti in corteo. Un giovane con la testa spaccata, almeno 5 i feriti e un sedicenne fermato. Quanti manifestanti hanno subito questo trattamento da quando si è instaurato il governo Meloni? Insofferente a qualsiasi dissenso ancor più se organizzato.
Un governo allergico persino alle critiche, reagisce alle contestazioni ricorrendo al manganello, alle cariche, agli idranti, alle misure giudiziarie per silenziare le proteste, col risultato opposto di dare loro una più estesa risonanza.
Il 10 maggio a Roma i manganelli non hanno spento la protesta contro gli “Stati generali della natività”. Idem il 9 maggio a Venezia all’iniziativa NO G7 .
il 29 aprile a Torino, manganelli, cariche e idranti non hanno spento la protesta NO G7. La polizia ha identificato almeno una cinquantina di giovani.
Il 23 aprile a Torino manganelli contro i collettivi, non hanno spento la protesta contro la conferenza al Politecnico con 4 ministri. A Roma il 16 aprile le cariche della polizia alla Sapienza, non hanno spento la manifestazione pro Palestina. 2 studenti fermati e rinviati a processo. Pure il 23 febbraio le cariche della polizia a Pisa e Firenze, non hanno spento la protesta degli studenti delle superiori.
Il 16 febbraio a Venezia i manganelli non hanno spento la contestazione alla ministra dell’Università Bernini, per mancati investimenti all’Università. E il 13 febbraio a Napoli e Torino le cariche della polizia davanti alle sedi Rai, non hanno spento la protesta contro la censura alle prese di posizioni pro Palestina.
A Milano il 27 gennaio i manganelli non hanno spento la protesta dei manifestanti pro Palestina. Lo stesso a Vicenza il 20 gennaio nonostante cariche e idranti tentassero di impedire la contestazione per la presenza di espositori di Israele. Pure il 23 dicembre i manganelli non hanno spento la protesta degli studenti in corteo vicino alla Camera.
Queste sono alcune aggressioni operate dalle forze dell’ordine, non ci sarebbe da stupirsi se i manifestanti decidessero di organizzare un servizio d’ordine per difendersi dalle botte.
Il ministro dell’Interno non ha mandato la polizia contro il movimento dei trattori, quando ripetutamente per diversi giorni con falò, blocchi e ingorghi stradali, paralizzavano il traffico ben più delle proteste degli studenti. Una protesta efficace quella del movimento dei trattori, usata dal governo in funzione anti UE, i cui protagonisti rappresentano una riserva di voti dei partiti al governo. Perciò Piantedosi li ha trattati con il guanto di velluto: niente manganelli, men che meno cariche e idranti, niente denunce o provvedimenti disciplinari, neanche una multa per sosta vietata.
Invece oltre al trattamento visto sopra riservato agli studenti, un centinaio di ambientalisti di Ultima generazione sono bersagliati da procedure giudiziarie. 3.495 denunce per una trentina di processi. Anche per gli ambientalisti di Extintion Rebellion, un centinaio di denunce e provvedimenti disciplinari.
Ma contrariamente a ciò che sperava il governo, questa repressione non sortisce l’effetto “preventivo” e “dissuasivo”, bensì alimenta il dilagare di focolai della ribellione. Sta aumentando il numero delle Università che anche in Italia si accampano con tende contro l’assedio israeliano a Gaza. Qualcuno la chiama “intifada studentesca”: Palermo, Bologna, Napoli, Roma, Padova, Milano….
Saluti Oxervator.

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