NON SONO INCAPACI SONO SOLO PERICOLOSI

Fra moine e facce truci, fra ordini e contrordini ministeriali, la Meloni ben rappresenta i suoi sostenitori, dai banchieri ai grandi industriali intoccabili, alla media e piccola borghesia che fa affari al limite della legalità,  a tutti coloro che vogliono garantirsi il potere con il manganello e la galera.
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Fra moine e facce truci, fra ordini e contrordini ministeriali, la Meloni ben rappresenta i suoi sostenitori, dai banchieri ai grandi industriali intoccabili, alla media e piccola borghesia che fa affari al limite della legalità, a tutti coloro che vogliono garantirsi il potere con il manganello e la galera.

Caro Operai Contro, con ancora nelle orecchie il tono da strillone usato in video collegamento per spronare a pieni decibel, la destra sovranista oltre confine in vista delle elezioni europee, la Meloni a capo del governo, tira la coda in mezzo alle gambe e “sospende” un decreto del suo governo già andato in Gazzetta Ufficiale.
A mandare per un giorno in “tilt” il governo, è stata la versione seppur ammorbidita del “Redditometro” del viceministro delle Finanze, Leo. Misura che insieme al “Concordato preventivo”, dovrebbe produrre una esigua tassazione degli evasori, (di quanti e in che misura non si sa).
Un provvedimento in controtendenza alle misure adottate finora dal governo, in favore dei suoi elettori, ma preso a malincuore perché necessario alla contabilità, serviva subito.
Pochi soldi nelle casse dello Stato, meglio di niente. Pochi e subito soprattutto, come segnale ai richiami della Ue, che minaccia sanzioni all’Italia per il colossale debito pubblico, in continuo aumento anche per l’allegra gestione del governo Meloni: condoni, sanatorie, abbuoni, occhi bendati sulle montagne di profitti….
Perciò la Meloni senza annunci, men che meno propaganda, di soppiatto pensava di introdurre il Redditometro sottotraccia. Ma ha dovuto rimangiarselo il giorno dopo, perché Lega e Forza Italia con una plateale reazione, ne hanno approfittato per uno spot elettorale che scaricava su Fratelli d’Italia la colpa del “Grande Fratello che spia gli italiani”, facendo emergere con un filmato, l’incoerenza della Meloni quando dall’opposizione era contro il Redditometro.
Da parte sua la Meloni presa dalla cacarella di perdere voti a favore di Lega e FI, rigira la frittata giustificando che la “sospensione” del Redditometro (per le elezioni europee ndr) serve per capire meglio “come colpire i nullatenenti che girano col Ferrari”. Così ha pure la faccia di spacciarsi per il Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Dopo lo sbruffonaggio di 20 condoni in 19 mesi, mascherati con diversi nomi, di cui gli ultimi 2, una sanatoria edilizia chiamata “decreto casa” e le sanzioni tributarie dimezzate o abbonate; dopo aver lasciato intatti i grandi profitti delle aziende e delle banche; dopo la flax tax al 15% per le partite Iva fino a 85mila euro; per fare cassa la coalizione dei 3 partiti al governo, ha ridotto l’adeguamento della spesa per il Servizio sanitario nazionale, tagliato l’adeguamento delle pensioni, abolito il fondo affitti per indigenti, abolito il Rdc per costringere i senza lavoro a lavorare per pochi soldi. Rdc abolito anche per chi ne prendeva solo l’integrazione del basso salario. Hanno introdotto i sub appalti a cascata e affossato il salario minimo legale, strizzando l’occhio agli “imprenditori” del lavoro precario e irregolare, con paghe di 2 / 3 euro l’ora.
Tutto questo per tener buoni i loro elettori. Adesso Salvini, Tajani e la Meloni hanno di colpo “scoperto” le casse vuote. Al punto, per fare un esempio, di non avere circa 70 euro netti, promessi con la tredicesima, ai monoreddito sotto i 28mila euro lordi annui, con almeno un figlio.
Spacciato per un equivoco di percorso, in realtà la vicenda del Redditometro, non è solo una figuraccia per il “sovranismo identitario”, ma una conferma che questo governo la propria “identità”, la trova pienamente nelle misure antipopolari, nel manganello facile, nel reprimere sul nascere le manifestazioni di dissenso, anche sabotando il lavoro dell’informazione quando è scomoda. Come è successo il 23 maggio a Roma dove 3 cronisti che si apprestavano a seguire la protesta degli ambientalisti di Ultima Generazione, sono stati fermati, e, nonostante si fossero dichiarati, sono stati portati in una cella del commissariato. Rilasciati solo quando la protesta degli ambientalisti si era conclusa. “E’ stato un equivoco” ha detto il ministro dell’Interno Piantedosi.
Anche gli operai che muoiono sul lavoro nei subappalti a cascata, varati da questo governo, sono equivoci?
E le ripetute cariche poliziesche di questi mesi a studenti e manifestanti, sono equivoci?
I migranti finiti in fondo al mare come “carico residuale”, sono anch’essi frutto di equivoci?
Saluti Oxervator.

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