LA FEROCIA DEL GOVERNO CONTRO I MIGRANTI. PIANTEDOSI DA’ I NUMERI

Spacciare come un successo il ritorno del numero degli sbarchi, dopo il boom del 2023, alla media degli anni precedenti il governo Meloni, tacere sul numero enorme di annegamenti, sbandierare la crescita esponenziale di permessi negati o revocati, questa è la propaganda di Piantedosi. Ma più la condizione dei migranti peggiora, più cova il fuoco della rivolta.
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Spacciare come un successo il ritorno del numero degli sbarchi, dopo il boom del 2023, alla media degli anni precedenti il governo Meloni, tacere sul numero enorme di annegamenti, sbandierare la crescita esponenziale di permessi negati o revocati, questa è la propaganda di Piantedosi. Ma più la condizione dei migranti peggiora, più cova il fuoco della rivolta.

 

Caro Operai Contro, la ferocia del governo Meloni con il suo ministro agli Interni, contro i migranti non ha precedenti.
Aumentati del 91% i dinieghi alle richieste di asilo, i dinieghi sono stati per 32 mila richiedenti nei primi 7 mesi del 2024 contro i 16.700 dello stesso periodo del 2023. Aumentate del 104% le revoche della protezione internazionale a chi l’aveva ottenuta con l’arrivo in Italia:145 revoche nei primi 7 mesi del 2024, erano 71 le revoche nello stesso periodo dell’anno scorso. Nello stesso arco temporale (primi 7 mesi del 2024) sono cessate le protezioni internazionali per 305 casi, contro i 29 nello stesso periodo del 2003: un incremento di ben il 952%.
Ma il dato forse più sconvolgente è la cessazione e revoca dei permessi di soggiorno nei confronti di immigrati da anni presenti sul territorio, con lavoro regolare e casa in affitto.
Misure che su vasta scala stroncano il diritto d’asilo in tutte le sue forme, costringendo alla clandestinità, migliaia di migranti, tra quelli che arrivano e quelli già in Italia da molti anni.
Il risultato è un esercito di forza lavoro più ricattabile, come piace ai padroni che li impiegano nelle attività lavorative; ai padroni di case che affittano stanze e/o baracche; ai padroni e faccendieri che li impiegano nel lavoro irregolare.
Il ministro dell’Interno Piantedosi, ha dato i numeri sulla pelle dei migranti. Prima in un question time alla camera dei deputati, poi il giorno di ferragosto in una conferenza stampa convocata in pompa magna al Viminale, in collegamento diretto con le sale operative di tutti i corpi di Polizia e Capitanerie di porto.
Tra le cifre e le percentuali nel capitolo del dossier ufficiale del ministro dell’Interno sull’immigrazione, mancano dati importanti, da far supporre che il ministro dell’Interno darà ancora i numeri.
Piantedosi esibisce come un trofeo il fatto che nei primi 7 mesi del 2024, in Italia sono arrivati via mare 33.480 migranti, il 62,3% in meno dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma tace sugli oltre 1000 migranti che nello stesso periodo, hanno perso la vita in mare per mancati soccorsi, o perché l’ostracismo delle leggi nei loro confronti, li costringe a emigrare di nascosto, con mezzi di fortuna spesso fatali. E anche perché il governo italiano blocca le Ong nei porti, o costringe le loro navi con naufraghi a bordo, ad attraccare nei porti più lontani, su e giù per le coste italiane a perdere tempo, pur di impedire o ritardare i soccorsi in mare. Una non logica degna dei crimini contro l’umanità.
Le Ong hanno calcolato che nel 2023 sono state costrette a percorrere 150mila km. senza motivo (pari a 3 volte e mezzo il giro del mondo) 374 giorni di assenza forzata dalla zona di ricerca e soccorso nell’anno che ha visto il record di oltre 2.500 migranti perdere la vita in mare.
Piantedosi sventola il risultato che tra gennaio e luglio la Libia ha bloccato 12.548 partenze di migranti “irregolari” e la Tunisia ne ha bloccate 46.030. “Gli accordi con questi paesi funzionano” titolava “il Giornale” dell’8 agosto 2024.
Immersi nel localismo nazionalista, Piantedosi e il governo non si disperano certo che, al calo dei migranti “irregolari” in Italia, corrisponde un loro aumento del 153% verso la Spagna e del 57% verso la Grecia.
E’ un fallimento per Ursula von der Leyen, che a nome della Ue ha fatto quegli accordi. Anche per la Meloni – che pur ha finora ottenuto un drastico calo degli arrivi – è un fallimento, perché quegli accordi non prevedevano di “dirottare” in altri paesi europei l’immigrazione “irregolare”.
Resta il fatto che in Italia la situazione per migranti e immigrati è di gran lunga peggiorata, con le leggi e le disposizioni del governo Meloni. Prenderne atto è un doveroso primo passo.
Saluti Oxervator.

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