Volantino del Partito Operaio distribuito ai cortei di Roma e Napoli.
Sarà l’inizio di una rivolta sociale o il solito sciopero di facciata? Dipende dagli operai e dai lavoratori poveri.
Per Landini, per Bombardieri è uno sciopero generale di protesta contro la finanziaria. Non potevano farne a meno visto l’atteggiamento del governo di fronte ai loro appunti critici. La Meloni ha risposto con un’alzata di spalle, il suo guardiaspalle Salvini con minacce di precettazione.
Non mancano sicuro le ragioni della protesta e non abbiamo bisogno di ripeterle: le condizioni di lavoro e di vita di milioni di operai sono peggiorate inesorabilmente. Sono poveri gli operai delle grandi fabbriche e dei cantieri, sono poveri i lavoratori dei servizi. Una buona parte di essi viene buttata negli ammortizzatori sociali a marcire. La situazione è grave perché non si vede come si possa risalire la china con i soliti strumenti di rappresentanza e di difesa sindacale. Come uno sciopero ogni tanto con il contorno di bandiere sventolate possa imporre un cambiamento reale della situazione.
Di questo problema si rendono conto quelli che senza slancio scioperano, quelli che stracciano le tessere perché non si sentono più rappresentati da sindacalisti compromessi. Ma di questo problema non ne tengono conto i capi sindacali che proseguono con le solite litanie senza soluzione. Solo Landini, che nel gioco delle parti deve rappresentare l’opposizione, anche se con le dovute precisazioni da pompiere, si è spinto a parlare di Rivolta Sociale. Intuisce che la situazione sociale è esplosiva, mentre la Cisl non aderisce allo sciopero confermando la sua funzione di crumiraggio.
Gli operai capiscono benissimo che i sindacalisti fanno solo fumo. Perché dopo fiumi di chiacchiere e qualche innocua passeggiata, le lotte contro le chiusure di decine di fabbriche decise dagli azionisti per i loro profitti, immancabilmente si chiudono con un accordo a perdere. Perché dopo migliaia di morti sul lavoro l’unica reazione sono i soliti piagnistei sulla sicurezza. Perché dopo le critiche ai salari da fame invece di organizzare le lotte per aumenti salariali consistenti si accettano elemosine e buoni benzina.
Intanto, non solo in Italia ma a livello mondiale, i ricchi, i padroni diventano sempre più aggressivi: chiunque si ribelli o protesti deve fare i conti con polizia, corpi speciali e leggi sempre più repressive.
E noi schiavi a salario dobbiamo subire in silenzio. Non funziona così, non può funzionare.
La classe degli operai pur producendo la ricchezza sulla quale i borghesi fondano la loro potenza, è tenuta in catene con ricatti e illusorie promesse. La rivolta è diventata l’unica strada percorribile, oggi è chiaro che non è tanto la richiesta che facciamo ma come la facciamo. Prendiamo in parola Landini. Riempiamo di contenuto quella che per lui è solo una frase ad effetto.
Vogliamo aumenti salariali? Vogliamo impedire i licenziamenti, le stragi sul lavoro? Il problema è come affrontiamo i nostri padroni, i governi che li rappresentano, con che forza sociale.
E’ necessaria una rivolta, ma non a parole, buona per dibattiti televisivi, ma vera. Una rivolta che inizi nelle fabbriche, nei cantieri, che si protesti per le strade. Il manifestarsi dei primi sintomi di una rivolta della classe degli operai farà tremare le loro poltrone, la loro convinzione che tutto possono contro i poveri. Mentre noi potremmo riacquistare fiducia nella nostra forza e metterci al lavoro per costruire quello che veramente ci manca, un partito nostro, il partito operaio che ci liberi dai padroni e da tutti quelli che vivono succhiando il sangue dal lavoro degli operai in ogni parte del mondo.
PARTITO OPERAIO
PER CONTATTI: [email protected] fip, ..27/11/2024 Sesto San Giovanni (MI)
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