L’attricetta si è fatta bella al G20 di Rio de Janeiro nel sostenere “convintamente la lotta alla povertà”. Nel bel paese che governa, i sussidi alle fasce povere della società sono stati ridotti del 67%. Una saldatura fra chi lavora ed è povero ed i poveri senza lavoro produrrà una reazione sociale che metterà fine alla recita a soggetto del capo del governo.
Caro Operai Contro, al recente G20 a Rio de Janeiro, Giorgia Meloni ha ufficialmente dichiarato che il governo italiano “sostiene convintamente” il piano di contrasto alla povertà, il principale tema del G20 stesso.
Dopo aver colpito in tutti i modi i poveri in Italia, dove si è poveri anche lavorando, niente misure contro il carovita; niente salario minimo; abolito Rdc (Reddito di cittadinanza); de-finanziato totalmente il fondo affitti per morosità incolpevole; istituito col nuovo “decreto sicurezza” il reato di “occupazione arbitraria di immobile” per gli occupanti di case (che il sottosegretario Delmastro non vuole “lasciar respirare”), reato sanzionabile “con pene dai 2 ai 7 anni di prigione”.
Dopo tutto questo, sulla scena internazionale la Meloni indossa la maschera della samaritana e dal palco del G20 sparge a piene mani aiuti a chiacchiere: “…lotta alla fame e alla povertà…a cui l’Italia ha aderito…in linea con il nostro lavoro fatto durante il G7…per difendere la sicurezza alimentare particolarmente nei paesi africani…una delle nostre priorità del piano Mattei…ecc.”.
Sulle sensibilità della Meloni rispetto i “paesi africani” si era già capito, da alcune sue dichiarazioni, che a far gola al governo – dietro il piano Mattei – c’è l’interesse per le materie prime, le “terre rare” di cui è ricco il continente africano.
Sulla “lotta alla povertà” in Italia, stiamo ancora spettando i dati sugli strumenti che il governo prometteva avrebbero sostituito il Rdc ( Reddito di cittadinanza).
L’unica cosa certa è che dalla loro introduzione ad oggi, sia per l’Adi (Assegno di inclusione per i poveri che non lavorano) che per l’Sfl (Sussidio per la formazione e il lavoro per i poveri “occupabili”), dopo quasi un anno, il governo ne tiene nascosto il numero. Non è serio che l’Inps si presti a questa cosa”, dice D. Barbaresi, segretaria della Cgil, che da alcuni dati Inps per il solo periodo dei primi 5 mesi del 2024, sullo stesso periodo dell’anno prima, riesce a ricavare qualcosa. Risulta da questo confronto – considerando questo periodo – che i percettori di qualche forma di sostentamento sono diminuiti di 1.130.972, non prendono più neanche un euro.
Nel dettaglio, nel 2023 fra Rdc e Pdc (Pensione di cittadinanza), i percettori erano 2.805.447, corrispondenti a 1.324.104 nuclei famigliari. Nel 2024 i percettori dell’Adi (Assegno di inclusione) sono 1.674.485, corrispondenti a 695.127 nuclei famigliari. In un anno la Meloni ha tolto completamente il sussidio a 1.130.972 poveri, un taglio del 67,5%, contribuendo al forte aumento di persone che vanno alle mense dei poveri per mangiare, vestirsi, pernottare.
Tenendo conto, come detto, anche dell’azzeramento del fondo affitti per morosità incolpevole, il governo per il sostegno ai poveri, spende la metà del 2022. Fa cassa su di loro risparmiando circa 4 miliardi di euro, a fronte degli 8 miliardi di euro di aiuti del 2022.
Più che dimezzato il numero dei percettori, più che dimezzate anche le risorse che andavano al contrasto della povertà.
Questi dati che il governo non rende noti, non sono usciti nonostante la lingua sciolta della Meloni, neanche al G20 di Rio de Janeiro, dove la Meloni si è associata “convintamente” alla lotta alla povertà nel mondo!
Sui poveri, sui salari da fame in Italia, graveranno pesantemente anche le misure di nuova austerità, della manovra finanziaria al varo in questi giorni. 12 miliardi di euro di tagli pluriennali a ministeri ed enti locali, che colpiranno Sanità e Servizi pubblici essenziali. Mentre il governo brinda con ricchi e ricchissimi, con evasori fiscali fruitori della raffica di condoni che legalizzano l’evasione fiscale, neutralizzando l’odioso “pizzo di Stato”.
Saluti Oxervator.