AUTODIFESA OPERAIA PER PORTARE A CASA LA PELLE

2024, più 7% morti sul luogo di lavoro rispetto al 2023. La corsa al profitto abbassa le misure di sicurezza e fa strage di operai. Mettersi in guardia l’uno con l’altro sui rischi, rifiutarsi di lavorare in pericolo, che vada a farsi fottere il padrone e la produzione.
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2024, più 7% morti sul luogo di lavoro rispetto al 2023. La corsa al profitto abbassa le misure di sicurezza e fa strage di operai. Mettersi in guardia l’uno con l’altro sui rischi, rifiutarsi di lavorare in pericolo, che vada a farsi fottere il padrone e la produzione.

Caro Operai Contro, negli ultimi 2 giorni dell’anno appena finito, 10 operai hanno perso la vita per il lavoro.
Contati dall’Osservatorio di Bologna, nel 2024 i morti per il lavoro sono stati complessivamente 1.481, quattro in meno del 2023. All’interno di questa strage una “spia” segnala che “infortuni” e lutti operai maturano sempre più nei posti di lavoro rispetto l’itinere. I dati parlano chiaro: nel 2024 rispetto al 2023 sono calati del 14,6% i morti in itinere, da 499 a 426; ma contrariamente gli operai morti sul luogo di lavoro sono aumentati del 7%, da 986 a 1.055.
Finora, nonostante le chiacchiere dei governanti, non si son viste reali misure per fermare la strage di operai per il profitto. Questa, al contrario, non poteva che subirne l’incremento per i decreti del governo Meloni che hanno precarizzato ancora di più il lavoro: sub appalti a cascata; aumentato il limite dei contratti a termine, invece dell’assunzione a tempo indeterminato alla fine dei 12 mesi; con l’invenzione dell’ “errore scusabile” il governo solleva preventivamente il padrone dalle responsabilità degli infortuni. In una situazione generale in cui statisticamente può capitare un sopralluogo in fabbrica, da parte degli ispettori, ogni 18 anni!
Con la legge di Bilancio 2025, il governo Meloni – anziché pretendere la reale messa in sicurezza degli operai a spese dei padroni – ignora la strage, snobba gli incontri con il sindacato, e stanzia centinaia di milioni a fondo perso per le imprese, sotto forma di “bandi”, oltre altri denari regalati loro a vario titolo.
E’ doveroso che gli operai rafforzino, anche con forme di lotta, la pressione sul padrone per ottenere le dovute misure di sicurezza e spingano il sindacato in questa direzione.
Al tempo stesso nella quotidianità del posto di lavoro, del reparto, dell’area dove lavorano, mantengano un alto livello di guardia per difendere la propria pelle. A cominciare dalle cose più immediate e apparentemente più innocue e scontate.
Mettersi in guardia l’un con l’altro dei possibili rischi e pericoli, con il passaparola o trovando il modo di riunirsi anche brevemente. A piccoli gruppi o, si diceva, con il passaparola, scambiarsi impressioni sulle valutazioni di potenziali rischi che si corrono, in ogni mansione, ogni spazio, ogni modifica e/o cambio nel processo produttivo. Pretendere dal padrone o chi ne fa le veci, che siano fatte le periodiche verifiche della sicurezza sugli impianti, manutenzione ordinaria e straordinaria anche sulle linee di montaggio, o tutto ciò che è inerente all’attività quotidiana, da quando si entra in fabbrica a fine turno.
Rifiutarsi di eseguire mansioni che si presentano non propriamente sicure, o peggio, se vengono rimosse le sicurezze per velocizzare il lavoro. Non esitare a chiamare l’ispettorato del Lavoro (INL), senza abbassare la guardia ma vigilando anche sul suo operato. Mai abbassare la guardia, delegando l’ispettorato, o il capo, o il sindacato, o chicchessia.
Sono solo alcuni accorgimenti tra i tanti, che molti operai osservano quotidianamente. Con il loro comportamento, sono da esempio per i loro compagni sul posto di lavoro. Ben coscienti che la sola vigilanza non basta. Spetta al padrone tutelarli dai rischi, predisponendo reali misure di sicurezza.
Per la propria incolumità e la difesa della propria pelle, agli operai conviene non dare niente per scontato, ma mettere in discussione i carichi di lavoro e la fretta della tempistica. Ricordarsi che lo sfruttamento operaio uccide anche un po’ alla volta, e i decessi prematuri della forza lavoro non rientrano nel conteggio dei morti sul lavoro.
Anche per contrastare questo serve la vigilanza e il collegamento a piccoli gruppi, finché non si estende ad aree più grandi e oltre.
Saluti Oxervator.

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