La piccola proprietà nelle campagne è messa in crisi dalla grande distribuzione e presa in giro dal Governo. La protesta degli agricoltori blocca le strade ma per ora ha poca visibilità, niente manganelli e denunce, i loro voti sono essenziali per Meloni e soci.
Caro Operai Contro, dopo le plateali scorribande, gli accampamenti e i falò di un anno fa a Bruxelles, davanti al Parlamento europeo, gli agricoltori (Agricoltori autonomi italiani) sono tornati sul piede di guerra. Con migliaia di trattori nell’ultima settimana di gennaio hanno manifestato, bloccando anche raccordi stradali, tangenziali, autostrade.
“1 Kg di grano 20 centesimi, 1 kg di pane 4,50 euro”. Con questa e altre scritte sui cartelli dei trattori, le loro principali richieste sono: il riconoscimento dello stato di crisi per il settore agricolo; stop all’import sleale dei prodotti (una sorta di protezionismo); un po’ di denari che il PNRR ha messo sul tavolo del governo; meno burocrazia per accedere ai finanziamenti; proroga della sospensione dei terreni a riposo.
Da Aosta a Palermo, almeno 100 le città interessate con km di code sulle strade statali. Per alcuni tratti con i trattori in doppia fila, hanno bloccato la tangenziale e il casello autostradale di Alessandria Ovest per un paio d’ore circa. Altro blocco al casello di Orte sull’autostrada A1, e ancora, blocco del casello di Castel San Pietro (Bo) dell’autostrada A14.
Una sana trasgressione del codice stradale e delle norme del decreto sicurezza, che prevede anni di galera per picchetti e blocchi stradali, nonché per molto meno, per chi protesta seduto in strada, considerato atto di “resistenza passiva”.
Gli agricoltori hanno finora attuato le loro proteste, senza imbattersi in manganelli rotanti, cariche delle forze dell’ordine, idranti, fermi e arresti. Forse il governo cerca di tener buoni gli agricoltori, in quanto prezioso bacino di voti.
E’ innegabile come la protesta degli agricoltori, non abbia scatenato le ire del governo Meloni, a differenza di altre occasioni dove giovani e manifestanti sono stati attaccati violentemente senza alcun motivo, tantomeno per aver bloccato tangenziali e caselli autostradali.
Sarà un caso ma della protesta degli agricoltori, rimbalzata sulle cronache locali, poco o niente ne han parlato testate e reti nazionali.
Bisogna prenderne atto perché, blocchi di tangenziali, caselli autostradali e analoghe forme di lotta per far pressione sulle controparti, qualora lo decidessero, potrebbero ad esempio, organizzarli anche gli operai di tante aziende sotto minaccia di licenziamenti, o massiccia cassa integrazione senza ritorno. Altro esempio, lo potrebbero fare gli operai che da mesi, alcuni da anni, si vedono negare il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, dall’arroganza dei padroni.
Sarebbe interessante vedere la reazione del governo, se lo facessero i metalmeccanici, le cui trattative per il rinnovo del contratto si sono arenate. A fronte di una richiesta salariale di 280 euro (il recupero dell’inflazione 2021 – 2024 ne richiederebbe 310) Federmeccanica ne vuole dare 173, praticamente 107 euro in meno della richiesta e il 44,2% in meno dell’inflazione 2021-2024.
Saluti Oxervator.
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