ADDIRITTURA MALATI DI DEMAGOGIA POPULISTA

Su Taranto Contro è comparso uno scritto di critica ad un articolo sulla vicenda della ex Ilva pubblicato su Operai Contro in cui ci accusano di demagogia populista. Queste poche righe non servono certo per difenderci da questa ridicola accusa, ma per evidenziare come le posizioni dei nostri critici siano, queste sì, nella scia del riformismo industriale, che tanto è servito per sottomettere gli operai siderurgici ai loro padroni privati e di stato.
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Su Taranto Contro è comparso uno scritto di critica ad un articolo sulla vicenda della ex Ilva pubblicato su Operai Contro in cui ci accusano di demagogia populista. Queste poche righe non servono certo per difenderci da questa ridicola accusa, ma per evidenziare come le posizioni dei nostri critici siano, queste sì, nella scia del riformismo industriale, che tanto è servito per sottomettere gli operai siderurgici ai loro padroni privati e di stato.

Certo che scoprire di essere malati di demagogia populista non è piacevole, ma dobbiamo comprendere la necessità dei dottori tarantini di affermare senza ombra di dubbio che gli operai, senza il loro intervento illuminatorio, non sono niente. Hanno fatto bene a riportare pezzi dello scritto incriminato, così qualunque operaio leggendolo può farsi un’idea del suo contenuto reale, noi naturalmente confermiamo il suo contenuto, anzi chiediamo la ragione “marxista” delle lamentele che invece sono comparse sul sito di Taranto Contro sul prezzo stracciato che i nuovi acquirenti vorrebbero pagare per comprare l’acciaieria, come se agli operai venisse una percentuale sul prezzo pattuito. Ma non è la prima volta che un qualunque impiegatuccio si senta comproprietario della “sua azienda”. Noi saremo anche operaisti-populisti ma non criticheremo mai il padrone perché svende la sua fabbrica per pochi euro, il nostro problema è quanto e come ci pagherà il prezzo delle nostre braccia e in che condizioni le utilizzerà.
Poi c’è l’annoso problema dello Stato padrone, anche qui è ormai esperienza consolidata che la forma che assume la proprietà del capitale industriale non cambia i rapporti di sfruttamento degli operai. Taranto Contro vuole l’acciaieria nelle mani dei funzionari dello Stato, la ragione va cercata nel come sindacalisti venduti e rappresentanti politici, nella gestione statale, avevano più possibilità di ricavare piccoli privilegi e posti protetti. Anche qui si vuol riprodurre quella sottomissione degli operai allo Stato padrone come garante della loro condizione di schiavi. All’infuori ed oltre le malattie che i nostri dottori ci hanno diagnosticato ci dispiace rilevare che anche Taranto Contro, che sembrava avesse una posizione di rottura rispetto alla vicenda ex Ilva, si è accodato al riformismo imperante sulle ristrutturazioni industriali.
Meglio mille volte la rabbia spontanea di un solo operaio che non crede più a queste fandonie, che decine di professori dispensatori di un marxismo fasullo.
Redazione di OC

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