SCARICATO COME UN SACCO DI RIFIUTI

Un giovane operaio abbandonato dal padrone in gravissime condizioni davanti all’ospedale di Rivoli (TO). Un caso isolato? E’ solo l’ultimo di una serie. E’ il grado di civiltà del sistema fondato sul capitale e il profitto.
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Un giovane operaio abbandonato dal padrone in gravissime condizioni davanti all’ospedale di Rivoli (TO). Un caso isolato? E’ solo l’ultimo di una serie. E’ il grado di civiltà del sistema fondato sul capitale e il profitto.

Caro Operai Contro, ci risiamo. Un analogo orribile episodio del padrone che cercò di far passare come incidente stradale, un grave “infortunio” sul lavoro, anche in quell’occasione il padrone abbandonò l’operaio in fin di vita fuori da un ospedale.
Più di recente a essere abbandonato morente, è toccato a un bracciante, dissanguatosi per un braccio amputato da un macchinario agricolo.
Un altro bracciante a Latina è ancora ricoverato con entrambe le gamba amputate per esposizione ai pesticidi e “ridotto in fin di vita dallo sfruttamento” scrive La Stampa del 12 febbraio.
Silenzio totale della Meloni, dei ministri e loro tromboni!
Sarebbe stato curioso vedere Meloni, ministri e loro tromboni nello stesso silenzio se a rimetterci la vita, o restare mutilati e invalidi, fossero stati i padroni invece degli operai.
Ed ora è successo ancora il 3 febbraio, la notizia rimasta imbrigliata nelle cronache locali, non è arrivata o è stata volutamente ignorata dalle redazioni quali Telemeloni, in quanto notizia scomoda per il governo del “Made in Italy”.
Si tratta di un giovane muratore peruviano di 22 anni, scaricato come un sacco di rifiuti in gravissime condizioni davanti all’ospedale di Rivoli (Torino). Fosse stato assunto regolarmente e non in nero, non vi sarebbe stato alcun senso che il padrone o chi per esso, lo abbandonasse fuori dal pronto soccorso, per poi tentare di farla franca, dileguandosi.
A quanto pare la vigliaccata non è riuscita fino in fondo, anche se le condizioni dell’operaio rimangono gravi. Dagli accertamenti dei carabinieri e della procura di Torino, risulta che il padrone di una ditta individuale di demolizioni è indagato per lesioni colpose gravissime. Il muratore sarebbe rimasto gravemente ferito dal crollo di una palazzina mentre lavorava alla sua demolizione a Collegno (TO).
Il padrone per giustificarsi avrebbe usato la solita scusa dei padroni che impiegano forza lavoro in nero, dicendo che l’operaio era al secondo giorno di lavoro, e non aveva ancora portato i documenti per mettersi in regola.
A gennaio 2025 i morti sul luogo di lavoro sono stati 83, (108 con itinere). 83 rispetto i 76 del gennaio 2024, sono 8,5% in più.
Gli operai uccisi per il profitto aumentano nella totale indifferenza dei governanti. Nelle solite litanie della sicurezza sul lavoro. Nessuna concreta misura viene decisa dal governo per fermare la quotidiana strage di operai anche perché dovrebbe intervenire sui padroni grandi e piccoli ma non è il caso visto che il governo è il loro comitato d’affari.
Salvo però, con il deterrente di anni di galera previsti dai decreti sicurezza, pretendere che gli operai non si ribellino allo sfruttamento e alle leggi che lo rendono più brutale. Realtà vuole, come dimostra lo sciopero di protesta dei portuali di Genova per la morte di un loro compagno di lavoro che nessun decreto può fermare la lotta degli operai quando decidono di scendere su questo terreno, anche con le loro storiche forme di lotta, quali picchetti, blocchi stradali e ferroviari, presidi di fabbrica. Di fronte a questa strage operaia il semplice sciopero non basta più, la protesta deve andare ben oltre.
Saluti Oxervator.

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