STELLANTIS POMIGLIANO IL FERRO VA BATTUTO FINCHÉ È CALDO

Scioperare senza un obiettivo concreto ha poco senso. Anzi si corre il rischio che tutto si spenga nel calderone dei piani industriali e gli operai dovranno andare a casa con l’elemosina stabilita dall’azienda. O si apre la trattativa per aumentare il premio o gli scioperi devono continuare.
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Gli operai di Pomigliano non hanno aspettato nessuno. Difronte ad un premio annuale di 630 euro lordi che è una vera elemosina sono scesi subito in sciopero. La FIOM li ha coperti dichiarando lo sciopero di quattro ore. I sindacati firmatutto piangono e scoprono che l’accordo variabile firmato da loro ha prodotto da parte aziendale queste briciole. Ma ancora una volta tutti fanno il gioco delle tre carte: nei comunicati degli uffici stampa di queste organizzazioni la critica non manca tanto non costa niente. Quello che manca è il coraggio di chiedere una revisione immediata del premio per portarla per tutti almeno ai duemila euro dell’anno scorso. Scioperare senza un obiettivo concreto ha poco senso. Anzi si corre il rischio che tutto si spenga nel calderone dei piani industriali e gli operai dovranno andare a casa con l’elemosina stabilita dall’azienda. O si apre la trattativa per aumentare il premio o gli scioperi devono continuare.
Con una faccia tosta incredibile Elkann ci viene a dire che “questo è stato un periodo difficile, ma io vi voglio ringraziare per il vostro duro lavoro”. E mentre agli azionisti si stabilisce di dare 5.500 milioni di euro di dividendi, agli operai, complessivamente, si promettono 600 milioni, che individualmente sono 630 euro lordi.
I cinque miliardi e mezzo per gli azionisti e i 600 milioni di elemosina per gli operai, vengono tutti dal lavoro degli operai sulle linee. Gli azionisti, Elkann incluso, non producono niente, nessun valore. Agli operai che producono tutto, solo le briciole.
A Pomigliano sono saltati i nervi sulle linee di fronte alla presa in giro. E sono partiti gli scioperi a cui la Fiom ha dato copertura.
Ora non facciamoci fregare. Chiariamo subito che:
Non ce ne frega niente di “Piani industriali” fantasma, che quando vengono attuati servono solo al padrone per farci lavorare più intensamente e guadagnare di più.
Il “tavolo a palazzo Chigi” se lo organizzino loro.
I nostri scioperi servono a sostenere i nostri interessi, non a dare visibilità ai sindacalisti.
Con quelli che sono apertamente con l’azienda bisogna chiudere, non dare loro nessuna delega e neanche un euro.
Con la Fiom bisogna essere chiari, altrimenti rischiamo che faccia di nuovo sgonfiare tutto, come negli scioperi precedenti: ci siamo mobilitati perché le “promesse” di Elkann sono un’elemosina offensiva.
Basta con le chiacchiere, vogliamo i soldi.
Se ci sono per gli azionisti, vuol dire che ci sono.
Visto che tutto quello che luccica in Stellantis viene prodotto da noi operai, vogliamo un premio dignitoso. Subito 2.000 euro in busta paga.

Redazione di Operai Contro


STORIA DI UN’ELEMOSINA GIÀ SCRITTA

Come ogni anno, il mese di febbraio è caratterizzato dal “premio” di produzione che rappresenta una manna dal cielo per tutti noi operai. Purtroppo, quest’anno non sarà̀ così, bensì̀ trattasi dell’ennesimo schiaffo che subiamo dal padrone. Il tutto manco a dirlo, avallato dai bidelli dell’azienda ovvero i sindacati firmatari.

Il 26 febbraio, ci viene comunicato attraverso un video dal padrone Elkann in persona che “nonostante il periodo difficile” vuole comunque ringraziarci con un premio di 600 milioni che poi nel dettaglio, i bidelli dell’azienda ( sindacato firmatario ), ci dicono essere di 630 euro lorde e da tassare. Insomma una vera e proprio elemosina soprattutto se si pensa che gli azionisti si divideranno la bellezza di 5,5 miliardi di utili; se si pensa ai 100 milioni di euro di buono uscita per Taveres per finire alla donazione di 1 milioni per finanziare la cerimonia del neo presidente americano.

Effettivamente “periodo difficile” ma a quanto pare sempre e solo per noi operai.

Come al solito i bidelli dell’azienda sono i primi responsabili di questa elemosina già̀ scritta perché́ se è vero che da una parte c’è il padrone, dall’altra c’è un sindacato che ha smesso e da tempo, di pensare agli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori pensando in primis a quelli del proprio padrone e poi ai loro. È colpa loro se anche dal punto di vista economico arriva un’umiliazione per gli operai, l’ennesima, accompagnata dalle loro stesse scelte che ai fatti pratici si traduce col CCSL contratto specifico di lavoro che ancora oggi difendono senza se e senza ma.

Il 27 febbraio escono con un comunicato che sa tanto di presa per i fondelli. Sparano su l’ex AD facendolo soltanto ora in quanto il signor Tavares è già̀ andato via coi suddetti 100 milioni in tasca; non accettano che siano i lavoratori a pagare i fallimenti di una gestione manageriale che ci ha portati a tutto questo, per tanto col prossimo rinnovo del CCSL il loro obiettivo sarà̀ quello di modificare questo aspetto. Insomma ci prendono per i fondelli facendoci credere che la colpa sia di Tavares quando, e lo sappiamo benissimo tutti, la colpa è tutta loro e delle scelte di accompagnamento che continuano a fare e a difendere. Se non si vuole accettare un fallimento aziendale già̀ preannunciato avrebbero dovuto proclamare sciopero e magari cambiare idea su questo contratto ed invece nulla di tutto questo anzi in fabbrica continua la loro latitanza.

A sopperire ad una mancanza sindacale finalmente ci pensa la classe operaia e così subito dopo la comunicazione dell’elemosina, è scattato, partendo dal montaggio Panda, lo sciopero spontaneo del turno di pomeriggio che dalle 19 circa fino a fine turno ha manifestato il proprio dissenso.

Un grandissimo segnale, replicato poi il giorno dopo (il 27 febbraio) su tutti e due turni, con un’adesione altissima che ha visto scioperare anche i più̀ fedeli seguaci dei sindacati firmatari, tutti uniti per dire basta a tutto questo. La Fiom ha dato la copertura ed ora sta a lei continuare a portare avanti le istanze della classe operaia ma questa volta, si spera, senza deluderla come già̀ fatto in un passato recente. La scelta di proclamare per oggi solo due ore di sciopero a fine turno è già un brutto segnale.

PILONE OPERAIO STELLANTIS DI POMIGLIANO D’ARCO

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