PIOLTELLO, LA SCANDALOSA ASSOLUZIONE

Se è concesso esprimere un giudizio sulle sentenze e sul lavoro della magistratura non ci sono dubbi: quella di Pioltello è una sentenza di parte che ha lo scopo di liberare da ogni responsabilità dirigenti e manager industriali dai disastri e dalle morti operaie che provocano con la loro corsa ai profitti.
Condividi sui social:

Se è concesso esprimere un giudizio sulle sentenze e sul lavoro della magistratura non ci sono dubbi: quella di Pioltello è una sentenza di parte che ha lo scopo di liberare da ogni responsabilità dirigenti e manager industriali dai disastri e dalle morti operaie che provocano con la loro corsa ai profitti.

Caro Operai Contro, per frantumare le responsabilità dei dirigenti Rfi (Rete ferroviarie italiane), che nel processo potevano diventare pesanti condanne da espiare, con gli avvocati “giusti” i dirigenti, sotto un pesante grappolo di accuse, si sono difesi con la tattica delle tre scimmiette: “io non vedo, io non sento, io non parlo”. Mandando così preventivamente in frantumi con le responsabilità, anche le potenziali condanne contenute nelle accuse. Beninteso, richieste di condanne ci sono anche state, poi svanite nella sentenza.
Una procedura che puntava, come poi si è avverato, ad assolvere i vertici di Rfi, che avevano perfino tentato di scaricare le proprie responsabilità sugli operai, come se questi non lavorassero dietro ordini dei superiori e sotto il loro controllo. Un’assoluzione che lancia un segnale di invulnerabilità a tutti i manager industriali, come (vedi sotto) indirettamente confermerà la difesa di Rfi.
Oltre 7 anni dal disastroso deragliamento del treno con 350 pendolari, alla fine del processo di 1° grado, il Tribunale di Milano ha condannato solo il capo dei manutentori, M. Albanesi, l’anello più basso della scala di comando: 5 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, inoltre, insieme a Rfi dovrà risarcire oltre un milione di euro a 45 superstiti di quel disastro che avevano fatto causa.
Una condanna che ha salvato i dirigenti di Rfi, i quali alla lettura della sentenza sono scoppiati in lacrime, increduli per la scampata galera. Una sentenza tutta dalla parte dei padroni, costituisce anche un pericoloso precedente nella quotidiana guerra degli operai uccisi sul lavoro per il profitto. Non a caso A. Giovene, una fra gli avvocati difensori di Rfi ha dichiarato: “Quella del tribunale è una scelta giusta che ci entusiasma. Una inversione di tendenza rispetto a tanti altri processi, anche in campo ferroviario”.
15 giorni prima della sentenza, il 10 febbraio 2025, E. Salvatore, allora responsabile del nucleo manutentivo lavori di Treviglio di Rfi, patteggiava una pena di 4 anni. Un patteggiamento che lo toglieva dalle sabbie mobili con alto rischio dell’ergastolo.
Il 25 febbraio 2025 è arrivata la sentenza con l’assoluzione degli 8 dirigenti di Rfi, tra cui l’amministratore delegato M. Gentile.
Quindi condannato solo il capo dei manutentori. Come è possibile? Uno sfregio alle vittime di quella tragedia, 3 donne persero la vita: Giuseppina 39 anni, Pierangela 51 anni, Ida 61 anni, oltre 200 feriti.
7 mesi prima che il Cremona-Milano deragliasse a Pioltello dentro l’area metropolitana, l’allora capo dei manutentori ora condannato, avvisò i suoi superiori del guasto sui binari. I dirigenti presero tempo delegando lui stesso a fare una riparazione provvisoria. Nei 7 mesi che seguirono gli 8 dirigenti nulla fecero per sostituire la riparazione provvisoria con quella definitiva. Non poteva farlo il capo dei manutentori, non rientrava nelle sue mansioni. Decidere e attuare la deviazione del traffico ferroviario sul tratto interessato, spettava alla scala di comando degli 8 dirigenti tutti assolti, che stavano sopra il capo manutentore.
Eppure in nome della “prevenzione” Rfi non aveva esitato nel 2013 ad acquistare ben 20mila giunti meccanici, ne bastava uno di questi per sistemare il guasto, a traffico fermo. 20mila giunti meccanici che, ha spiegato nella sua requisitoria la pm M. Ripamonti: “erano ancora lì quella mattina (la mattina dell’incidente, ndr) quando arrivai sul posto, ammassati e mai utilizzati” da 12 anni. Vien da pensare che per i dirigenti Rfi, la “prevenzione”, consisteva nell’affare stesso di acquistare i giunti meccanici, ed anche in tal numero elevato.
Si è arrivati alla scandalosa sentenza con la quale i giudici coprono i manager industriali rendendoli intoccabili. Crolla tutta l’impalcatura sulla “magistratura indipendente”. O meglio, si chiarisce bene che i giudici (potere giudiziario) non rivendicano l’indipendenza del loro operato e delle loro sentenze, dagli interessi dei padroni pubblici o privati, in una parola, dagli interessi della classe dominante. In quanto giudici rivendicano, (anche con lo sciopero di qualche giorno fa) la loro indipendenza dal governo, (potere esecutivo) che con le separazioni delle carriere, vuole fare il primo passo per arrivare a sottomettere il pubblico ministero, al ministro della Giustizia del governo di turno. Sono cose ben diverse.
Saluti Oxervator.

Condividi sui social:

Comments Closed

Comments are closed. You will not be able to post a comment in this post.