IL NAUFRAGIO NASCOSTO

Sono stati i cadaveri che il mare a restituito a Lampedusa a far conoscere un nuovo naufragio tenuto nascosto. E’ la nuova linea del governo sull’emigrazione.
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Sono stati i cadaveri che il mare a restituito a Lampedusa a far conoscere un nuovo naufragio tenuto nascosto. E’ la nuova linea del governo sull’emigrazione.

Caro Operai Contro, hanno tentato di tenere nascosta la notizia. Come avevano vanamente cercato di fare con il torturatore e assassino Almasry, liberandolo dal carcere e accompagnandolo a casa in Libia con l’aereo di Stato.
Sono stati i cadaveri che il mare ha restituito al molo Favoloro, a dare l’allarme del naufragio avvenuto nel pomeriggio del giorno prima, il 12 marzo, a 20 km a sud-ovest di Lampedusa.
Non potendo più tacere del naufragio, alle 12,26 del giorno dopo, la guardia costiera ha emesso un vago comunicato: “Sono in corso…le operazione di ricerca…avviata a seguito della segnalazione nella giornata di ieri, di un gommone con migranti a bordo, in precario stato di galleggiabilità”.
Non vengono date le coordinate del ritrovamento; nessuna informazione su chi e come ha segnalato; l’orario; nessuna immagine diffusa; non una parola sulle persone da salvare e neanche sul loro numero, seppur stimato.
Come mai tanta approssimazione? Neanche una parola sulla condizioni del mare, a volte concausa di naufragi dei barconi. Forse bisognava attenersi a precise disposizioni, da chi ha già centinaia di morti sulla coscienza?
Dice il presidente dell’associazione Migrantes: “Il silenzio del governo sul naufragio nasconde le sue responsabilità”, incalzato da un altro volontario: questa era “una tragedia evitabile”.
Il barcone veniva dalla Tunisia, 46 i migranti annegati, 6 corpi recuperati, 40 dispersi. I sopravvissuti sono 10, 5 donne e 5 uomini provenienti da Costa d’Avorio, Camerun, Mali e Guinea Conakry.
“Non possiamo abituarci a queste morti. Rinnoviamo l’appello per l’attivazione di un sistema di coordinamento e strutturato di ricerca e soccorso”, dice una responsabile dell’organizzazione umanitaria Save the Children.
Dal racconto di un superstite, F. Saccomadi, operatrice di Mediterranea Hope, riporta: “avevano provato a chiamare i soccorsi ma nessuno è arrivato in tempo. In mare sono rimasti 5 giorni”.
5 giorni prima di essere soccorsi!
“La situazione in Tunisia è talmente violenta e le partenze così ridotte che si trattava dell’unica possibilità di raggiungere l’Europa, lasciando la zona di El Amra, vicino Sfax, dove era rimasto intrappolato 11 mesi con altre migliaia di migranti”.
Una descrizione che conferma pienamente gli effetti dell’accordo – fortemente voluto dal governo Meloni – tra Ue e il presidente tunisino Kais Saied: forte razzismo, violenza contro i cittadini stranieri, sabotaggio per rendere più difficili e pericolose le traversate.
Il governo italiano e quello della Ue, hanno stretto accordi con i governi dei paesi costieri del Nord Africa, per fermare con qualsiasi mezzo, le partenze dei migranti. Perciò il governo italiano e quello della Ue, si ritengono giustificati nel non intervenire sulle rotte del mediterraneo, per soccorrere i migranti in difficoltà e scongiurare naufragi, per ragioni umanitarie, prima ancora che in rispetto alla legge delle acque internazionali. Nessuna legge può fermare uomini e donne che sfuggono da miseria, fame e guerra. Lasciarli annegare in mare perché definiti “clandestini” è un operazione da razzisti criminali.
Saluti Oxervator.

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