Questo è il programma del governo Meloni reso operativo dal decreto sicurezza. Sono consapevoli che il peggioramento della condizione sociale di operai e lavoratori poveri, unito alla rabbia di assistere allo sterminio di popoli interi, provoca e provocherà una reazione sociale pericolosa per il loro potere.
Milano 5 aprile. Manganellate e scontro corpo a corpo poco vicino alla Prefettura, dove erano diretti i manifestanti contro il decreto sicurezza, caricati dalla polizia in assetto antisommossa in via Donizzetti provenienti da San Babila.
Roma 4 aprile. Il corteo puntava dritto su palazzo Chigi, estremo tentativo di fermare il governo Meloni che in quelle ore stava approvando il decreto sicurezza. Gli scontri in piazza Pantheon con le forze dell’Ordine a passo di carica hanno fermano i manifestanti. Tutte le strade per Chigi erano bloccate da camionette, agenti, scudi, elmetti, manganelli.
Anche in altre città si manifestava, in altre ancora lo si è fatto il giorno prima, alla notizia che con un colpo di mano il governo ha deciso di varare subito quel fascio di norme repressive, in preparazione da oltre un anno e mezzo sotto forma di disegno di Legge. Quindi un’urgenza tutta strumentale la sua trasformazione in decreto.
L’approvazione in fretta e furia del decreto, nasce dalla richiesta di Mattarella di modificare alcuni punti, (che non scalfiscono la gravità di tutto l’impianto). Modifiche che se fatte con normale prassi, richiedevano più tempo, non permettendo a Salvini di presentarsi il sabato al congresso della Lega, esibendo lo “scalpo”, o meglio il decreto sicurezza compiuto.
Nel mirino una condizione operaia sempre più pesante, che potrebbe produrre lotte non contemplate dal loro calendario. Meglio sarebbe tentare di stroncarle sul nascere, con la minaccia di anni di galera per picchetti e blocchi stradali. Reprimere proteste e manifestazioni di giovani, studenti, ambientalisti, anche qui con il deterrente di anni di carcere, per un imbrattamento che prima rischiava al massimo una multa fino 300 euro. Colpire il dissenso, meglio ancora impedire che venga in luce sulla pubblica piazza.
Le norme sempre più da stato di polizia entrano subito in vigore. Pur non essendoci alcun tipo di “emergenza”, né alcun “allarme sociale” immediato che metta in crisi nessun “ordine pubblico”.
Mettono le mani avanti perché l’unica vera emergenza, quella di una vera rivolta sociale, è potenzialmente pericolosa per il governo e per chi gestisce il potere. Un’emergenza prodotta da una serie di “ingiustizie” che nell’insieme sono una bomba sociale vagante. Questa è la vera ragione inconfessata di questo decreto sicurezza. Prodotta dal quadro in cui la politica del governo Meloni fin dalla sua nascita si è mossa, allargando la differenza tra ricchi e poveri, tra salari da fame da una parte e più profitti e rendite dall’altra.
La paura che una o più di queste “ingiustizie”, radicandosi in profondità, possano esplodere in proteste magari anche “informali”, sfuggendo al controllo del governo e delle sue diramazioni sul territorio, ha portato il governo Meloni a varare il decreto sicurezza nel tentativo di stroncarle sul nascere.
Vere emergenze sociali delle quali il governo nega l’esistenza. Anzi, la scelta del governo Meloni è quella di lasciar proseguire la strage operaia dei morti sul lavoro, nessun intervento, mani libere agli “imprenditori”; affossare Rdc, il salario minimo, il fondo per morosità incolpevole; niente politica della casa, ma sveltiti gli sfratti e il carcere per occupanti e nullatenenti; condanna per “resistenza passiva” ai prigionieri nelle carceri ed ai migranti prigionieri nei Cpr; punire l’accattonaggio; galera anche se le donne sono gravide o con figli piccoli; definanziata la sanità pubblica, con numero chiuso o attese infinite per una visita o un esame. Questi sono solo alcuni aspetti dei 39 articoli del decreto sicurezza.
Ci sono novità anche per i “tutori dell’Ordine pubblico” come sprone ad essere ligi nel proprio lavoro di repressione:
1) per le forze dell’Ordine accusati di reati in servizio, ci sarà un premio di produzione, consistente in un risarcimento di 10mila euro di denaro pubblico, per ogni grado di giudizio;
2) potenziamento delle attività sotto copertura dei Servizi segreti. Infiltrandosi, potranno anche arrivare a dirigere e guidare associazioni terroristico – eversive (il Fatto quotidiano 5 aprile). Come dire che, per scoprire la loro natura, possono infiltrarsi in qualsiasi associazione, ordire qualunque provocazione. La storia d’Italia insegna.
Saluti Oxervator.