Napoli – Bianco e nero. Buoni e cattivi. La protesta di Chiaiano e’ cosi, al confine fra l[k]esasperazione pacifica della brava gente e la rivolta violenta di chi brucia gli autobus, lancia bombe carta e bottiglie molotov contro la polizia, prepara le trincee per difendere la cava di tufo dagli invasori, quelli che vorrebbero usarla come discarica per risolvere l[k]emergenza. Allora la cava e’ l[k]occasione per [k]resistere[k], per fare le barricate, e attira un po[k] tutti. Camorristi e fiancheggiatori arrivati da vicino, da Scampia, e gruppi [k]antagonisti[k] arrivati magari da piu’ lontano, quelli da sigle, Black Bloc, No Tav, No da Molin e centri sociali.
Non e’ un caso che fra mamme, bambini e anziani, nella marcia di Chiaiano ci sia anche un passo stonato, quello di Oreste Scalzone. L[k]ex leader di Potere operaio aveva gia’ annunciato di essere pronto alle [k]barricate[k]. Ma il gusto della protesta violenta attrae tutti, da un estremismo all[k]altro. E il timore e’ che anche a Chiaiano, come gia’ e’ successo a Pianura, la protesta si allarghi al mondo degli ultra’, pronti a replicare gli slogan e le violenze da stadio contro la discarica: gli orfani del campionato potrebbero trovare una nuova occupazione nel fronte violento dei manifestanti.
I movimenti dietro la gente sono strani, sembrano presagire che l[k]organizzazione sia stata studiata a tavolino, una specie di rete del disordine da discarica che va a spasso per le citta’ della Campania dove dovrebbero sorgere le discariche e alimenta il caos: bottiglie molotov, botte, spranghe, filo spinato. e’ una tecnica di guerriglia che ha radici profonde e organizzazioni speciali. Un nuovo anti-Stato che approfitta anche degli altri. Perche’ qui attorno a Napoli c[k]e’ chi scende in piazza alla luce del sole e urla a squarciagola. Perche’ sono [k]la brava gente[k]. Urlano che [k]non siamo la camorra, noi[k]. Che i cattivi sono quelli la’. Protestano contro chi vuole aprirgli una discarica sotto la finestra. Marcia pacifica, pero’ in testa c[k]e’ la bambina ferita, il gesso alla gamba. A prova di qualunque carica. Scudo come la donna incinta, il vecchietto, le mamme del quartiere. Tutti insieme, tutto un mischione, a Chiaiano. Brava gente, con i distinguo. In quella via Cupa del Cane che porta al sito, mille metri trasformati in pedaggi alla guerriglia, barricate, arsenali. Battaglia di trincea, contro quella discarica sotto al naso, di fianco alla porta di casa.
Una casa che c[k]e’ ma, forse, non avrebbe dovuto trovarsi li. In quelle vie che prima erano campagna, dalla meta’ degli anni Settanta si e’ scatenato l[k]abusivismo napoletano. Nuovi palazzi sorgono come funghi, creano nuovi viali. Chiaiano e Pianura si ingigantiscono, senza regole. Sono gli stessi quartieri che poi si ritrovano a protestare contro la munnezza, e contro le discariche per stipare la munnezza. Le case sorgono abusive, poi ci sono i condoni. A volte ci sono pure i sequestri, come succede nel dicembre scorso a Marano, l[k]altro confine della rivolta di questi giorni: un rione intero, cinque palazzi con sessanta appartamenti e altrettanti garage tutti abusivi. Cosi, nei forum sul web, c[k]e’ chi si lamenta anche della brava gente: [k]Li attorno le case abusive sono tantissime, forse tutte. [k]La gente che vive li[k] – si legge su forum.tuttonapoli.net – la gente che vive li non dovrebbe proprio esserci[k]. Cioe’, tradotto su un altro forum: [k]Molti dei cittadini che cavalcano la protesta tempo fa hanno costruito queste case abusivamente[k].
Vicino alle discariche. Oggi e’ Chiaiano, ieri era Pianura. Cittadini comuni e gruppi organizzati, nuove alleanze che sorgono all[k]improvviso: come allora, quando a manifestare, accanto agli abitanti di Pianura c[k]erano estremisti di destra e di sinistra, ultra’, esponenti dei centri sociali, camorristi e burattinai dietro le sbarre. Tutti insieme, pur di imbarcare rivoltosi. Affondare ogni speranza e miscelare una protesta esplosiva. Oggi l[k]appuntamento e’ alla rotonda Titanic.
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