Domenica 13 alle 19.00 affollata assemblea davanti all[k]ingresso due. Ci sono, in massa, i piu’ attivi tra i 316. Vogliono proseguire il blocco delle merci e vogliono una presenza massiccia ai picchetti. La FIOM si adegua immediatamente e non ripropone di formare i presidi principalmente con i sindacalisti, facendo proseguire il corso ai 316 per non perdere soldi. Anche l[k]Flmu non fa nessun accenno alla cosa. Non e’ aria. Lo Slai non interviene. La Confederazione Cobas sottolinea l[k]impegno che ci vuole per far riuscire il blocco delle merci e l[k]importanza della presenza dei 316 ai picchetti. Conferma lo sciopero per il giorno dopo per far partecipare gli operai. Viene redatta una lista dei partecipanti ai picchetti con il turno da coprire e il numero di telefono. In ogni caso, ne’ la Fiom, ne’ lo Slai, ne’ l[k]Flmu proclamano lo sciopero almeno per i soli corsisti. Dopo l[k]assemblea si rifanno i picchetti. La presenza operaia e’ massiccia. L[k]Flmu si distingue nel continuare nei capannelli l[k]azione disfattista di sostenere la necessita’ di frequentare i corsi per non perdere il salario.
La notte e tutta la giornata del lunedi scorrono tranquilli, con il blocco delle merci che prosegue rigidamente, mentre pochissimi dei 316 si presentano ai corsi. In serata si sparge la voce che la Fiat ha intenzione di chiedere l[k]intervento della polizia. Il gruppo piu’ determinato degli operai continua a sostenere i picchetti anche di notte, sotto un fortissimo nubifragio, mentre si dileguano la maggioranza dei sindacalisti. Da notare la breve comparsa di facciata, nelle prime ore della notte dei soliti gruppetti del rivoluzionarismo piccolo borghese. Al mattino, all[k]ingresso del primo turno viene distribuito il volantino di Operai Contro con l[k]aiuto di alcuni degli operai che hanno trascorso la notte ai picchetti. Nel piazzale, dove stazionano gli autobus che portano i 316 alla sede Inail dei corsi, i pochissimi corsisti che seguono l[k]indicazione delle varie organizzazioni sindacali, esclusa la Confederazione Cobas di Mignano, di frequentare le lezioni, vengono convinti a desistere ed i pullman partono vuoti. I picchetti proseguono con un folto gruppo di operai. Alle 11.00 circa si diffonde la voce dell[k]imminente intervento delle forze di polizia. Vengono accesi i copertoni ed una rete viene usata per sbarrare la strada principale alla porta 1. Alle 14.00 si presentano in forze i carabinieri, che si preparano alla carica. Gli operai si dispongono in tre file serrate. Mentre la sinistra Fiom di fabbrica si dispone fra gli operai delle prime file, continua l[k]azione di disfattismo dei dirigenti di fabbrica dell[k]Flmuche propongono di levare i blocchi, malgrado un fortissimo dissenso della maggioranza degli operai iscritti a questo sindacato. Nel frattempo arriva la notizia che la Fiat e’ disponibile ad un incontro con le organizzazioni sindacali presenti nell[k]RSU (quindi con l[k]esclusione di Flmu e Confederazione Cobas) a patto che si tolgano i blocchi. I carabinieri sospendono la carica e comincia una lunghissima assemblea fra gli operai sul da farsi, con tutte le organizzazioni sindacali che propongono di togliere i blocchi e Mimmo Mignano che insiste sulla necessita’ di proseguirli, attendendo l[k]esito della trattativa. Alle 17.00 l[k]assemblea finisce con una spaccatura. Le organizzazioni sindacali, tranne la Confederazione Cobas, abbandonano i picchetti e solo l[k]ala piu’ radicale decide di proseguire la lotta.
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