dal La Gazzetta del Mezzogiorno
Dilaga la [k]guerra del pane[k], dall’affamata Africa al mondo
I rincari del grano, l’inflazione fulminante stanno mettendo in ginocchio le economie avanzate. Per i Paesi in via di sviluppo significa un ulteriore motivo di guerra per dividersi le pochissime risorse
Pane TUNISI [k] Arriva anche in Tunisia la guerra per il pane, che sta interessando diversi Paesi dell[k]Africa colpiti da un[k]inflazione galoppante. Fonti sindacali hanno riferito che nella cittadina di Redeyef, nel centro del Paese, negli ultimi tre giorni vi sono stati scontri tra polizia e manifestanti scesi in piazza per denunciare l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e la disoccupazione. Oltre venti i fermi, di cui otto sono stati trasformati in arresti. Sono rare le notizie di disordini in Tunisia, dove il presidente Zine al Abidine Ben Ali, al potere dal 1987, ha sempre mostrato poca tolleranza per il dissenso.
In Africa la crisi per i rincari del pane e l’inflazione si e’ manifestata in diversi Paesi. Scioperi generali hanno interessato il Burkina Faso; lo scorso febbraio 40 persone sono morte nelle rivolte scoppiate in Camerun; sanguinose proteste vi sono state anche in Costa d[k]Avorio e in Mauritania; manifestazioni anche in Senegal. E domenica scorsa in Egitto soltanto le minacce del governo hanno evitato uno sciopero generale.
Le [k]rivolte per il pane[k] stanno sconvolgendo anche Haiti, dove vi sono stati cinque morti e una quarantina di feriti.
Ieri il primo ministro britannico, Gordon Brown, aveva lanciato un appello ai colleghi del G8 affinche’ siano concordate azioni coordinate per contrastare l[k]inflazione, se si evitare che le proteste popolari dilaghino. Gli analisti in Asia avvertono che il Bangladesh e le Filippine, dove le classi meno abbienti attualmente devono sborsare circa il 70 per cento delle loro entrate soltanto per fare la spesa, saranno i primi a essere colpiti.
In Pakistan il prezzo del pane e’ raddoppiato, mentre in India le opposizioni minacciano di mobilitare le piazze se il governo non si interverra’ sul fronte dell[k]inflazione.
L’ALLARME DELLA FAO: [k]LA BOLLETTA AGRICOLA DEI PAESI POVERI AUMENTA DEL 56%[k]
La bolletta cerealicola dei Paesi poveri cresce senza sosta, nel 2007/2008 aumentera’ del 56% e la Fao lancia l[k]allarme in un rapporto presentato oggi sulle previsioni di produzione dei cereali dal titolo [k]Crop Prospects and Food Situation[k], in cui esorta tutti i Paesi donatori e le istituzioni finanziarie internazionali ad incrementare la propria assistenza, per un ammontare compreso tra 1,2 ed 1,7 miliardi di dollari.
Secondo le previsioni, la produzione cerealicola mondiale nel 2008 e’ destinata a crescere del 2,6%, per attestarsi intorno alla quantita’ record di 2.164 milioni di tonnellate. [k]Se l[k]aumento di produzione previsto per il 2008 si materializzera’ [k] si legge nel rapporto [k] potrebbe attenuarsi l’attuale situazione di scarsita’ dell[k]offerta cerealicola mondiale ma molto dipendera’ dalle condizioni climatiche[k].
Le scorte mondiali di cereali dovrebbero raggiungere nel 2007/2008, 405 milioni di tonnellate, il valore minimo negli ultimi 25 anni, 21 milioni di tonnellate in meno rispetto al livello gia’ assai ridotto dell[k]anno precedente.
11/4/2008 [evil]
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