dal sole 24 ore
Una crisi di fiducia inedita rispetto al passato perche’ coinvolge il cuore pulsante della finanza: il sistema bancario
Quasi 4mila miliardi di dollari andati in fumo sulle Borse di tutto il mondo in questo primo scorcio del 2008. E di questi, quasi 2mila miliardi bruciati solamente sui listini americani. Basterebbero questi due dati per descrivere la bufera che si e’ scatenata sui mercati finanziari negli ultimi mesi: le Borse hanno perso complessivamente da inizio anno il 6,48%, con punte del 14,86% per il Nasdaq, del 21,66% per la Borsa di Francoforte e del 21,22% per Piazza Affari.
Purtroppo, pero’, questi dati [k] seppur clamorosi [k] non descrivono a pieno la situazione. Perche’ di forti ribassi sui listini ce ne sono sempre stati, ma questa volta e’ accaduto qualcosa di veramente eccezionale. Non e’ infatti cosa di tutti i giorni vedere un colosso bancario quasi secolare come Bear Stearns trovarsi in una profonda crisi di liquidita’, tanto da dover essere soccorso da JP Morgan. Non e’ cosa di tutti i giorni vedere un fondo sponsorizzato da uno dei piu’ grossi gruppi di private equity mondiali, Carlyle, dover alzare bandiera bianca perche’ non riesce piu’ a reintegrare le garanzie chieste dalle banche. E non e’ cosa di tutti i giorni vedere gli operatori di tutto il mondo che non si fidano piu’ di un nome altisonante della finanza come Lehman Brothers, tanto da evitarlo nelle operazioni in derivati.
Questa crisi, al di la’ dei ribassi in Borsa, e’ dunque qualcosa di inedito rispetto al passato. e’ una crisi di fiducia che coinvolge il cuore pulsante della finanza: il sistema bancario. Dopo aver guadagnato miliardi negli ultimi anni grazie alle “magie” della finanza creativa e strutturata, impacchettando e re-impacchettando decine di volte gli stessi mutui con un impressionante effetto leva, ora le banche si trovano infatti a pagare le conseguenze della bolla che loro stesse hanno creato. A livello mondiale hanno gia’ svalutato 195 miliardi di dollari di crediti o di titoli “spazzatura”. Tanti analisti (non tutti per fortuna) sono convinti che il “conto” sia destinato ad essere ancora piu’ salato. Ma, soprattutto, il vero problema e’ che ora nessuno si fida piu’ di loro: sul mercato interbancario, quello attraverso il quale le banche si prestano soldi l’una con l’altra, i tassi sono sempre elevati. Segno che le stesse banche si guardano con sospetto l’una con l’altra. Questo sta creando conseguenze negative a catena. E sta spingendo gli investitori a tenere stretta la liquidita’: un sondaggio condotto nei giorni scorsi dimostra infatti che i fondi hanno in portafoglio tanta liquidita’ come non era mai successo nella storia. Questo, piu’ che l’andamento dei listini, e’ il vero termometro della crisi.
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