Il cervello localista di Di Vico
Caro Operai Contro
[k]Operai contro operai[k]. Cosi titolava in prima pagina in ultima colonna, il Corriere della Sera del 22 ottobre, in un articolo che proseguiva all’interno occupando una pagina intera.
L’autore e’ quel Dario Di Vico, gia’ sindacalista venduto dirigente della Uil ed ora scribacchino ma sempre al soldo del padrone.
Secondo Di Vico gli operai avrebbero [k]archiviato le regole della solidarieta’[k] e sarebbe nata [k]una nuova figura: l’operaio localista[k].
Prima di vedere quanto sia strumentale questa affermazione, Di Vico ci dovrebbe spiegare come mai non ha finora avuto nulla da ridire in materia di localismo, e precisamente sul [k]localismo identitario[k] nazipadano, sopra il quale la Lega ha fondato la sua politica, che ha portato avanti, dentro e fuori ai governi di cui ha fatto parte.
Perche’ Di Vico ha trovato finora comodo riscontrarsi e lasciarsi infarinare nel [k]localismo identitario[k], ed ora trasale per uno sciopero che a suo dire sarebbe [k]localista[k]?
Di Vico non ha mai dedicato una pagina intera (come fa ora con [k]l’operaio localista), e nemmeno un rigo al fatto che la Lega con il [k]localismo identitario[k], abbia seminato a piene mani razzismo e xenofobia, sia sul [k]territorio[k], sia dentro tutti i governi in cui e’ stata, in Parlamento e localmente.
Per venire alla [k]battaglia dell’aranciata[k], come definisce Di Vico la vicenda di Ruspino (localita’ vicino a S. Pellegrino BG, dove la Nestle’ produce bibite), vediamo come sono andate le cose.
Lo sciopero degli operai di Ruspino e’ arrivato dopo una serie di incontri richiesti dalla Nestle’, per installare una nuova linea per produrre bibite in lattina nella fabbrica di Ruspino. Improvvisamente a trattative avanzate, senza alcuna spiegazione, Nestle’ trancia le trattative dichiarando che la nuova linea di produzione non si fara’ piu’, o meglio si fara’ sempre alla Nestle’ ma a San Giorgio a Bosco nel padovano.
A questo punto sentendosi presi in giro gli operai abbiano scioperato.
Se in questa decisione abbia pesato il [k]localismo identitario[k], frutto di anni di propaganda leghista, di che si stupisce Di Vico? Lui con la Lega, ha sempre sostenuto il [k]localismo identitario[k] e i governi con la Lega sia centrali che sul [k]territorio[k].
Qualche operaio ha scioperato mettendo in contrapposizione [k]il suo posto di lavoro[k] nella fabbrica di Ruspino, con [k]il posto di lavoro[k] nella fabbrica di Padova? Se cio’ e’ accaduto non e’ bello e bisogna subito porvi rimedio.
Finora di [k]localista[k] c’e’ solo il cervello di Di Vico, tanto limitato da voler individuare una svolta in un fatto episodico. L’operaio localista esiste solo nel suo cervello.
Saluti da Bergamo.
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