ACCANIMENTO CONTRO I ROM

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Italia – 16.7.2008
Accanimento Rom: cento racconti, da venti campi
La denuncia di una coalizione internazionale di Ong in un rapporto presentato all’Osce

Tratto da
Il Redattore sociale

Violenze fisiche e verbali da parte delle forze dell[k]ordine, raid notturni, perquisizioni non autorizzate, sgomberi senza preavviso, discriminazione nell[k]accesso ai servizi pubblici. e’ un lungo elenco di abusi e violazioni dei diritti fondamentali quello contenuto nel rapporto [k]Security a la italiana: fingerprinting, extreme violence and harassment of Roma in Italia[k] risultato di una missione investigativa condotta a fine maggio da una coalizione internazionale di organizzazioni non governative in una ventina di campi, regolari e non, di Napoli, Roma, Milano, Torino, Brescia e Firenze. La coalizione [k] di cui fanno parte l[k]organizzazione internazionale Open Society Institute, il Center on Housing Rights and Evictions, lo European Roma Rights Center e le ong rumene Romani Criss e Roma Civic Alliance [k] con la collaborazione di attivisti indipendenti e ong italiane (tra cui la Comunita’ di Sant[k]Egidio), ha raccolto testimonianze di prima mano, attraverso oltre cento interviste ad altrettanti membri della comunita’ rom residente in Italia. Ne emerge un contesto di ripetute violazioni da parte delle autorita’ italiane delle convenzioni internazionali e delle direttive comunitarie in uno stato di emergenza [k] sottolinea il documento presentato all[k]incontro sulle politiche per l[k]integrazione di rom e sinti promosso il 10 luglio dall[k]Osce a Vienna [k] alimentato dal clima politico e dai discorsi razzisti dei politici italiani e, in particolare, da quelli della maggioranza al governo.

Una situazione in cui l[k]omicidio Reggiani del novembre scorso viene indicato dagli stessi cittadini rom intervistati come uno spartiacque. E a cambiare, secondo le testimonianze, e’ stato prima di tutto l[k]atteggiamento delle forze dell[k]ordine. Agli abusi e ai maltrattamenti da parte delle autorita’ di pubblica sicurezza denunciati dagli intervistati e’ dedicata un[k]ampia sezione del rapporto. [k]Stavo chiedendo l[k]elemosina in un quartiere della periferia di Roma [k] si legge in una delle testimonianze trascritte [k] Sono arrivati i poliziotti e mi hanno portato alla stazione di polizia. Ho mostrato loro il mio passaporto rumeno ma mi hanno detto che il mio passaporto era falso e che potevo essere arrivato dal Marocco. Si sono presi i miei soldi e mi hanno detti di non tornare li a elemosinare. Poi hanno cominciato a picchiarmi, a calci e pugni. E sono andato avanti per 15-20 minuti[k]. Non un caso isolato. Un altro giovane rom che viveva con la famiglia in un accampamento nel quartiere romano della Tiburtina ha denunciato di essere stato malmenato dagli agenti che lo avevano fermato a un semaforo e condotto alla stazione di polizia. Dopo l[k]accaduto il giovane e i suoi familiari hanno deciso di tornare in Romania. E in Romania, secondo alcuni testimoni, sono tornate anche alcune delle famiglie sgomberate a marzo dalla Bovina, a Milano, dove si erano stabilite dopo essere state sgomberate dagli accampamenti costruiti sotto al ponte Bacula.

I testimoni di un altro sgombero, quello di Piazza Tirana, sempre a Milano, parlano di attacchi da parte della polizia contro uomini e donne alcuni dei quali sono stati portati in ospedale per le ferite riportate. Lo sgombero, ordinato dal prefetto di Milano, prevedeva che i cittadini rom abbandonassero immediatamente le baracche. Senza avere il tempo di raccogliere i propri effetti personali che sono stati distrutti dopo lo sgombero. Il rapporto parla di [k]eviction[k], sfratto, esproprio, avvenuto [k]in presenza di bambini che sono stati testimoni di brutali attacchi contro i loro genitori (uomini e donne) e della distruzione delle loro case[k].Ma, secondo i racconti riportati nel documento, non ci sono solo le ispezioni e gli interventi autorizzati. [k]I rom intervistati sottolineano [k] si legge nel rapporto [k] che ufficiali di polizia conducono spesso raid arbitrari nei loro campi e nelle loro case. Durante questi raid, gli agenti fanno irruzione nelle case, senza autorizzazione ne’ mandato di perquisizione, in piena notte, e demoliscono le case e altre costruzioni senza alcun ordine del tribunale. Spesso rifiutandosi di consentire agli abitanti di raccogliere i propri averi[k]. Una donna residente nel campo romano Casilino 900, malata di cuore, ha denunciato che gli agenti le hanno proibito durante un intervento di prendere i farmaci che si trovavano nella sua baracca. [k]Quando la polizia ha distrutto il mio magazzino dove tenevo le cose che vado a vendere al mercato, le mie condizioni sono peggiorate. Solo dopo un[k]ora mi hanno lasciato prendere le medicine a casa. Dopo averle prese mi sentivo molto debole e volevo sdraiarmi ma la polizia non me lo ha permesso. Potevo solo stare seduta su una sedia[k].

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