Domani e’ il giorno della memoria per gli ebrei sterminati nella 2 guerra mondiale. La borghesia italiana, come quella francese e tedesca e di tutti paesi europei, partecipo in vario modo al massacro. Ora per salvarsi l’anima i borghesi hanno inventato il giorno della memoria. Memoria di cosa?
Ogni giorno i telegiornali e le televisioni ci informano tranquillamente del massacro dei Palestinesi di Gaza ad opera dell’esercito della borghesia d’Israele.
Chi raccontera’ la storia dei palestinesi di Gaza? Chi parlera’ del loro massacro? Chi raccontera’ della ferocia degli aguzzini d’Israele?
Gaza e’ un campo di concentramento che racchiude circa un milione di donne, uomini, bambini.
Un muro alto circa 10 metri racchiude il campo di concentramento. Per strocare la resistenza dei palestinesi di Gaza, la borghesia d’Israele aveva deciso di affamarli. Non sono serviti anni di bombardamenti e di incursioni dei carri armati dell’esercito d’Israele a strocare la resistenza Palestinese.
Ma non e’ servito neanche il muro ad affamarli. Dopo quasi una settimana di embargo violento, la popolazione della Striscia di Gaza ha assaltato disperata il confine con l’Egitto, sfondandolo nel vero senso della parola.
Un gruppo di miliziani a volto coperto con quindici cariche esplosive hanno creato delle brecce nella recinzione, attraverso le quali si sono riversate piu’ di 350mila persone. La polizia di frontiera egiziana, in un primo momento, ha provato a contenere la rabbia della folla, sparando anche in aria e utilizzando gli idranti, ma alla fine ha mollato il colpo facendosi da parte e lasciando sul terreno 60 palestinesi feriti leggermente. Una marea di disperati che, a piedi, in macchina o a dorso di mulo, hanno sfondato il confine non con intenti rivoluzionari, ma solo per andare a cercare cibo e medicinali per i loro figli.
Il ‘bottino di guerra’ e’ eloquente: pane, cibo, latte, stecche di sigarette e bottiglie di plastica riempite con carburante.
Il governo israeliano, lungi dall’alleggerire ancora un embargo che ha affamato il milione e mezzo di palestinesi che vive nella Striscia, ha espresso preoccupazione per quanto accaduto, dichiarando di temere che la breccia nel confine con l’Egitto possa essere utilizzata per contrabbandare armi nella Striscia. Il presidente egiziano Mubarak ha rassicurato il governo di Tel Aviv, precisando che [k]ho dato ordine di farli passare solo per la grande tragedia umanitaria di queste persone, ma ho dato ordine anche di controllare che non venissero portate via armi[k].
Fame e paura. Che la crisi umanitaria sia devastante lo dicono non solo i palestinesi, ma anche l’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi, che ha dichiarato di non essere in grado di continuare a sfamare le quasi 800mila persone che vivono nella Striscia e che dipendono completamente dagli aiuti umanitari.
Oggi centinaia di pacifisti appartenenti a una ventina di associazioni israeliane, accompagnati da attivisti di molti Paesi, tra cui italiani, manifestano alle 12 (le 11 italiane) al valico di Erez per chiedere la fine del blocco israeliano. Sull[k]altro versante del valico di Erez si raduneranno contemporaneamente centinaia di pacifisti palestinesi guidati dall[k]attivista dei diritti umani, Eyad Sarraj. Tra i pacifisti israeliani che saranno oggi ad Erez l[k]ex ministro dell[k]istruzione Shulamit Aloni, il giornalista e saggista Uri Avnery, il deputato Issam Makhoul e la docente universitaria Nurit Peled-Elhanan che quattro anni fa ha perso la figlia in un attentato suicida palestinese a Gerusalemme. L[k]esercito israeliano ha predisposto strette misure di sicurezza nei pressi di Erez, per impedire che i manifestanti entrino in contatto con attivisti della destra estrema che accusano i pacifisti di non prendere in considerazione le difficolta’ della popolazione di Sderot e di altri centri nel sud del Paese presi di mira dai lanci di razzi dalla Striscia di Gaza. Previste manifestazioni e sit-in in sostegno dei civili di Gaza anche in una trentina di citta’ di tutto il mondo tra cui Parigi, Boston, New York, San Francisco, Londra e le italiane Roma, Modena, Bologna, Grosseto, Napoli e Milano.
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