All’ispettorato del Lavoro di Taranto tale Margherita Calderazzi ispettrice del lavoro dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto ha dichiarato lo stato di agitazione. Cosa rivendica l’ispettrice del lavoro dello Slai Cobas di Taranto?
1.un incremento reale del personale ispettivo adibito alla vigilanza sulla sicurezza, realizzando anche – da parte del Ministero – corsi di formazione dei nuovi assunti;
2.il ritorno pieno delle competenze per le ispezioni delle norme sulla sicurezza in tutti i settori;
3.un pool di ispettori sia della DPL che della Asl, coordinato dall’ispettorato del lavoro, che intervenga periodicamente a scopo preventivo nelle grandi aziende e nei settori in cui avvengono piu’ infortuni e che abbia pieni poteri repressivi ma anche dipositivi;
4.Predisporre un numero verde per le richieste d’emergenza sulla sicurezza, che devono essere fatte immediatamente, anche se chieste da delegati e/o lavoratori;
5.un adeguato aumento dei fondi e dei mezzi per svolgere l’attivita’ ispettiva;
6.la qualificazione come reati delle principali violazioni alle norme di sicurezza;
7.porre al primo posto la vigilanza di iniziativa.
E’ evidente che lo SLAI COBAS chiede un “INCREMENTO DI MEZZI E DI FONDI PER ESERCITARE EFFETTIVAMENTE TALE ATTIVITa’”.
E’ evidente che la piccola borghesia e lo SLAI COBAS di Taranto puo’ rivendicare cio’ che vuole, ma non lo deve fare sulla pelle degli operai.
Non pensiamo che un aumento di ispettori “buoni” serva a diminuire il numero degli operai uccisi sul lavoro.
Pensiamo che il primo provvedimento dovrebbe essere un orario di lavoro ridotto e ritmi minori con un aumento di operai
Solo gli operai ribellandosi possono porre termine alla carneficina nelle fabbriche.
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