Autogestione, come?
Di fronte alle devastanti conseguenze della crisi (vedi l[k]ultimo crash del 20 luglio), sempre piu’ spesso i lavoratori dovranno ricorrere all[k]autogestione delle attivita’ in cui sono stati occupati, dalle fabbriche ai servizi (ospedali, trasporti, scuole [k]).
Sono esperienze importanti, che e’ bene seguire con attenzione.
Eliminare i padroni e’ sempre una buona cosa,perche’ dimostra la loro inutilita’ sociale, soprattutto oggi, con una crisi che ne dimostra a pieno la natura parassitaria e putrescente.
Oggi, i grandi padroni (e i manager alla Marchionne) sono lanciati in spericolate speculazioni finanziarie, fregandosene dei disastri, che tanto li pagano gli operai.
Oggi, i piccoli padroni sopravvivono solo grazie agli aiuti statali, frutto delle tasse estorte a salariati e pensionati, e grazie allo sfruttamento selvaggio dei loro operai.
Ma non basta eliminare i padroni.
Occorre eliminare anche i rapporti di produzione capitalistici, altrimenti l[k]operaio diventa sfruttatore di se’ stesso. E non solo. Occorre anche fare i conti con le istituzioni, con lo Stato, che in un modo o nell[k]altro cerca sempre di imporre le regole del gioco capitalista.
Ritengo quindi che sia utile diffondere il comunicato dei lavoratori greci. Che stanno affrontando i problemi di un futuro che presto ci cadra’ tra capo e collo.
E per far fronte a questa situazione prossima ventura, sara’ il caso di pensare fin da ora alla formazione di organismi proletari di autogoverno. E ieri come oggi, il primo passo sara’ eliminare, insieme ai padroni, i loro reggicoda politici e sindacali. Di destra e di sinistra.
Dino
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