La moglie di un ex operaio metalmeccanico, morto nove anni fa per leucemia acuta mieloide, che ha lavorato nell[k]Ilva di Taranto dal 1973 al 2003 (fino al dicembre 1989 per ditte d[k]appalto, dal gennaio 1990 come dipendente diretto), ha presentato una denuncia penale contro i rappresentanti legali dell[k]azienda siderurgica ipotizzando il reato di omicidio colposo e chiedendo alla Procura di verificare l’opportunita’ di contestare anche il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.
Nella querela, depositata dall[k]avv. Giuseppe Lecce, che ha gia’ avviato una class action contro il Siderurgico, si fa rilevare che, a seguito di istanza inoltrata nel 2001 alla sede Inail di Taranto affinche’ la patologia di cui soffriva l’operaio fosse riconosciuta quale malattia professionale’, il consulente tecnico d[k]ufficio Giuseppe Spinelli accerto’ [k]il nesso di causalita’ sussistente tra la patologia e l[k]esposizione ad agenti inquinanti e sostanze ad azione cancerogena, fra le quali il benzene[k].
L’operaio, originario di Grottaglie (Taranto), mori all[k]eta’ di 50 anni dopo un autentico calvario. Mentre era alle dipendenze dell[k]Ilva fu colpito da leucemia acuta mieloide, patologia che gli era stata diagnosticata in seguito a biopsia midollare eseguita presso il reparto di Ematologia dell[k]ospedale ‘Santissima Annunziata’, dove era stato ricoverato per la prima volta il 31 agosto 2000. Per tale infermita’ pratico’ chemioterapia (che gli causo’ una grave immunodeficienza, causa di ripetute affezioni polmonari) e fu sottoposto a trapianto di midollo per ben due volte. Il decesso avvenne l[k]1 settembre del 2003.
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