[k] Crollo del palco della Pausini, dopo il lutto e’ polemica sulle responsabilita’ dell’incidente
10:37 – “Duemila euro per la vita di mio figlio”: e’ il grido di sfogo di Paola Armellini, la mamma del giovane operaio morto il 5 marzo scorso durante l’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini. “Ma noi vogliamo la verita’, e non una misera offerta”: la signora ha infatti raccontato a L’Unita’ che nelle lettera di accompagnamento del rimborso non c’e’ alcun accenno alla morte del figlio, solo: “Pratica di infortunio o malattia professionale”.
E se e’ vero che l’Inail da’ il rimborso solo a moglie e figli (e Matteo non ne aveva), “allora – ribadisce la signora – questi soldi cosa sono? Non hanno nemmeno pagato il funerale o il trasporto della salma da Reggio Calabria a Roma”.
“Dopo tanti mesi mi devono spiegare ancora cosa e’ successo”, ha raccontato Paola Armellini, che ha cosi deciso di fare da se’ per vederci chiaro, iniziando a recuperare tutte le carte del lavoro del figlio. Indagando sulla sua vita professionale, la mamma di Matteo, ha scoperto un mondo sommerso di lavoratori in nero che non hanno alcuna garanzia, ne’ orari o paghe regolari, ne’ tantomeno contributi: non avendo un contratto collettivo nazionale o un sindacato.
La signora ha poi spiegato: “Matteo era il cosiddetto rigger (colui che non una speciale imbracatura, si arrampica sulle travi del palco per montarne la struttura, ndr) e dovette lui stesso pagarsi l’attrezzatura e i corsi professionali specifici”.
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