Redazione di Operai Contro,
Sono uno dei precari che un anno fa,ha occupato uno spazio comunale alla periferia di Milano, dando vita a “Piano Terra“, luogo di aggregazione e ritrovo di associazioni che si occupano di politica, diritti e cultura.
Non ci interessa chi governerà.
Abbiamo lanciato una sfida al Movimento 5 Stelle: “Sarà coerente con le promesse sul reddito minimo garantito?”.
- Non deve essere un sussidio di povertà
- Non deve obbligarti ad accettare qualunque lavoro, ma al contrario deve permettere di rifiutare i lavori sottopagati, umilianti e nocivi.
- In più è necessario fissare un salario minimo orario che impedisca corse al ribasso delle retribuzioni. Questo è un orizzonte che parla a tutti i lavoratori, disoccupati e i precari
- Deve essere finanziato dalla fiscalità generale e non dai contributi sociali
- Deve essere di cittadinanza in senso universalistico: come qualsiasi misura di welfare deve essere accessibile a tutti coloro che ne maturino il diritto anche se non hanno cittadinanza italiana
Stiamo a vedere, dunque: il Movimento 5 Stelle sarà coerente con le proprie promesse?
Il reddito minimo è una misura di welfer che può avere dei riflessi anche molto negativi. In Sicilia é stato ampiamente applicato (il reddito minimo d’inserimento) ma non ha fatto altro che diffondere la mentalità del favore e dell’elemosina. Si deve pretendere il soddisfacimento dei bisogni basici (casa, cibo sano, acqua e aria pulita), ma questo è impossibile in una economia basata sul profitto. Il reddito minimo ci può stare solo come misura tampone, ma si deve puntare sul cambiamento della struittura economica della società.
I RIVOLUZIONARI COMPRENDONO BENISSIMO CHE IL REDDITO MINIMO IN QUESTA SOCIETà è UNA FRASE “ASTRATTA “MA IL RIFORMISMO HA ANCORA IL SOPRAVVENTO SULLA COSCIENZA DEGLI OPERAI PURTROPPO …… A NOI IL COMPITO DI FAR CHIAREZZA E DI DENUNCIARE IL CARATTERE BORGHESE DI QUESTI MOVIMENTI.