Redazione di Operai Contro,
il taglio dei costi della politica è un sogno.
Nel 2013, per la prima volta nella storia, la Camera ha chiesto meno soldi al Tesoro: da 992,8 a 943,6 milioni. Una bella presa in giro.
Boldrini ha annunciato l’autoriduzione dell’indennità di carica del 30%. Per cui i 20000 euro al mese non li taglierà. Questa è l’amica dei poveri.
Il M5S durante le elezioni sbraitava sui tagli al costo della politica, ma erano solo parole.
Le retribuzioni del personale peseranno nel 2013 sul bilancio della Camera, dicono le previsioni, per 231,1 milioni: il che, diviso per le attuali 1.541 buste paga significa uno stipendio medio di 150 mila euro. Parliamo di una somma pari a circa 5 volte la paga media di un dipendente pubblico e quasi il quadruplo rispetto allo stipendio di un dipendente del parlamento inglese, che si aggira sui 40 mila euro annui.
I politici si pagano bene e pagano bene i servizi dei loro lacchè.
Oggi l’ufficio di presidenza è convocato per discutere il taglio delle indennità aggiuntive e dei contributi ai gruppi parlamentari. Parliamo di una posta di bilancio, quest’ultima, di 35,1 milioni, per cui il preventivo della Camera approvato a settembre scorso prevede nel 2014 una riduzione comica di 100 mila euro.
Un lettore che non ha votato per rinnovare il nome dei ladri
Il costo della politica è uno specchio per le allodole per deviare l’attezione dai veri problemi. E’ chiaro che è importante ridurre drasticamente i costi della politica, ma queste istitizioni pseudodemocratiche vanno superate, in prospettiva, con una democrazia partecipata