Il bilancio approvato dal Governo non tiene il passo della drammatica crescita della disoccupazione nel Paese, uno dei PIGS a rischio di default nazionale che sta già ricevendo aiuti dall’UE attraverso l’approvazione del solito piano di aiuti lacrime&sangue.
Le indennità di disoccupazione sono coperte solo fino a novembre di quest’anno, poi si aprirà un grosso punto interrogativo. Il governo ha pagato 732,9 milioni di euro per i soli sussidi nei primi tre mesi dell’anno, che rappresentano il 27,2% del totale ed un tasso di 244,3 milioni al mese. Calcolando la cifra sui 12 mesi dell’anno, il Tesoro necessita di 2 miliardi e 931 milioni di euro mentre il bilancio approvato si ferma a 2 miliardi e 691 milioni. All’appello, dunque, mancheranno oltre 240 milioni di euro. La cifra stanziata dall’esecutivo di Passos Coelho teneva conto delle stime che davano la disoccupazione al 16,4% , percentuale già ampiamente superata.
Il Commissario europeo per gli Affari Economici Olli Rehn ha dichiarato, rispondendo ad una interrogazione all’Europarlamento, che si ritiene “molto fiducioso sul rispetto dei tempi previsti dal piano di aiuti a Lisbona e che il Paese tornerà a finanziarsi sui mercati dopo la piena attuazione dello stesso”. La scadenza del piano di rientro è fissata per il Portogallo per il 2014. “L’obiettivo è estendere le scadenze dei finanziamenti per 7 anni sia per il Portogallo che per l’Irlanda”. Già lo scorso anno per entrambi i Paesi erano stati prorogati i termini per conformarsi agli obiettivi sul disavanzo economico, decisione che verrà confermata anche per il 2013.
L’Ispettorato Generale del Lavoro lusitano attraverso il suo rappresentante Pedro Pimenta Braz ha dichiarato ieri che “il mancato pagamento dei salari arretrati è un’originialità portoghese”.
Parole di apprezzamento su questo tema caldo e centrale nel dibattito economico sono arrivate dal leader della CGTP, il maggiore sindacato portoghese, Lusa Armènio Carlos: “Le parole di Braz sono corrette. E’ inaccettabile che nel Ventunesimo Secolo si lavori e non si venga pagati, è una violazione dei diritti umani e della dignità. Si tratta di una situazione illegale ed immorale che deve essere perseguita: il datore di lavoro ha degli obblighi verso i lavoratori così come i lavoratori soddisfano i propri doveri”. Armènio Carlos chiede che lo Stato intervenga attraverso un coordinamento di tutti gli enti preposti ad accertare le situazioni economiche e fiscali delle varie realt
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