VOLANTINO DISTRIBUITO OGGI ALL’AVIO DI POMIGLIANO
Tutti parlano positivamente della cessione dell’AVIO Aeronautica a General Eletric, ma, per ora, chi gioisce sono solo gli azionisti e in particolare quelli di maggioranza. Dall’operazione, Cinven guadagnerà un miliardo di euro, e Finmeccanca 260 milioni.
Quelli che gioiscono di meno sono gli operai che vedono ridotta ancora una volta la manodopera nello stabilimento. Fino a pochi anni fa AVIO contava, tra lo stabilimento di Pomigliano e quello di Acerra, circa 1700 addetti. Oggi sopravvive solo Pomigliano e gli addetti sono diventati 1080.
Gli ultimi a sparire sono quelli del reparto Revisione. I sindacalisti, abituati ormai alla gestione delle ristrutturazioni e degli esuberi, sottolineano che, dal punto di vista tecnico, l’accordo sugli esuberi per la cessione delle Revisioni agli spagnoli, è “positivo”. Gli 85 lavoratori in esubero vengono ricollocati in azienda, “tranne 30” che andranno in mobilità e poi in pensione. Tutti i sindacati, compresa la FIOM, l’hanno sottoscritto. Solo un delegato di fabbrica della FIOM si è rifiutato e per questo è stato criticato anche dal suo stesso sindacato.
Quello che i sindacalisti e l’azienda non dicono è che un intero reparto è definitivamente sparito e con esso 140 posti di lavoro (ricordiamoci che fino a pochi anni fa erano 400 gli addetti alla Revisione).
Anche i sindacalisti della FIAT, poco distante dall’AVIO, magnificavano, poco tempo fa, un altro accordo, quello sul “piano Marchionne” che salvava “il posto di lavoro”. Alla FIAT prima dell’accordo erano 5500, oggi sono occupati realmente poco più di 2000. Gli altri sono fuori e senza grosse possibilità di rientrare.
La realtà è questa: nella crisi gli industriali non guadagnano più come prima e non hanno interesse a sviluppare le produzioni, allora ridimensionano gli stabilimenti o li chiudono.
Per un meschino calcolo personale (il loro guadagno), buttano a mare capacità produttive, energie, uomini. Distruggono forze produttive invece di svilupparle. A loro non interessano i bisogni della gente, ma solo i loro profitti. Ma quello che stanno distruggendo alla FIAT e quello che stanno distruggendo all’AVIO, appartiene agli operai. Gli impianti, i macchinari, i capannoni. Quante volte gli operai se li sono pagati con il lavoro di intere generazioni? Formalmente appartengono come “proprietà” al padrone, ma in realtà è tutta ricchezza prodotta dagli operai.
Quando presenteremo loro il conto?
In futuro ci aspettano ritmi di lavoro ancora più pesanti e salari ancora più ridotti. Questo è quello a cui ci obbligano gli industriali per non chiudere gli stabilimenti. Dappertutto stanno facendo così. Se non la smettiamo di andare dietro ai sindacalisti che firmano solo accordi di svendita, siamo solo carne da macello.
E’ arrivato il momento di organizzarci come operai senza delegare a nessuno la difesa dei nostri interessi.
Lavoriamo per costruire l’organizzazione degli operai. In altre fabbriche lo stanno già facendo.
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