Oggi, 24 maggio, centinaia di lavoratori ex PIP (Piani d’inserimento professionale), hanno manifestato a piazza Indipendenza la propria rabbia contro i palazzi dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Presidenza della Regione Sicilia.
All’approvazione della finanziaria regionale, in cui veniva assegnato un sussidio di circa 800 euro a oltre tremila lavoratori, non ha infatti ancora fatto seguito l’erogazione di nessun assegno e le parole di Crocetta di ieri hanno fatto esplodere la protesta odierna. Il Presidente della Regione Sicilia ha infatti invitato gli ex PIP a presentare domanda di disoccupazione, lasciando intendere che non gli sarebbe stato assegnato quanto riconosciuto dalla scorsa finanziaria.
Quest’oggi, quindi, circa trecento persone hanno paralizzato il traffico all’incrocio tra piazza Indipendenza e via Re Ruggero per buona parte della giornata attendendo risposte da quanti gli avevano promesso, solo pochi mesi fa, risorse che ora sembrano essersi volatilizzate.
Dopo una giornata di presidio senza alcuna risposta e dopo un paio di cariche che avevano permesso di ristabilire una parvenza di normalizzazione e un traffico più o meno regolare, la tensione è salita quando, verso le 19, è giunta la notizia che l’incontro tanto atteso per tutta la giornata era stato revocato.
Nuovi blocchi stradali, quindi, sono stati praticati dai lavoratori organizzati però con contromisure utili a contrastare le cariche che li avevano colpiti e dispersi nel pomeriggio. Gli operai si sono infatti diretti verso i cassonetti della piazza e li hanno posti di traverso all’imbocco di corso Calatafimi dandoli alle fiamme. Nel frattempo non si sono fatti trovare impreparati alla rapida risposta delle forze dell’ordine e hanno accolto e ritardato l’intervento di celere e carabinieri con una sassaiola. Respinte le cariche i lavoratori sono comunque riusciti nell’intento di bloccare nuovamente il traffico per circa mezz’ora prima di abbandonare la piazza.
Insomma un’altra grana sta colpendo duramente il governo Crocetta, entrato trionfalmente a palazzo d’Orleans ma ormai sempre più in crisi in una realtà in cui i classici dispositivi digovernance vacillano e stentano a contenere la rabbia della diffusa precarietà.
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