NATUZZI: ECCO IL PIANO INDUSTRIALE, 1.726 IN MOBILITÀ

Sindacati e Regione Puglia l’avevano tanto supplicato, reclamato, atteso. Infine è arrivato, il piano industriale di Natuzzi: 1.726 operai in mobilità, cioè licenziati, dal prossimo ottobre. Ma il piano ora espresso ufficialmente dal padrone Pasquale Natuzzi non corrisponde, operaio più operaio meno, al numero di esuberi che egli stesso aveva già dichiarato quasi un mese fa?  E allora sindacati e regione che piano volevano? Una concertazione su come organizzare insieme col padrone l’allontanamento graduale degli operai? Un tavolo per definire ruoli e compiti nella gestione del conflitto sociale? Nei giorni scorsi il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha […]
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Sindacati e Regione Puglia l’avevano tanto supplicato, reclamato, atteso. Infine è arrivato, il piano industriale di Natuzzi: 1.726 operai in mobilità, cioè licenziati, dal prossimo ottobre.

Ma il piano ora espresso ufficialmente dal padrone Pasquale Natuzzi non corrisponde, operaio più operaio meno, al numero di esuberi che egli stesso aveva già dichiarato quasi un mese fa?

 E allora sindacati e regione che piano volevano? Una concertazione su come organizzare insieme col padrone l’allontanamento graduale degli operai? Un tavolo per definire ruoli e compiti nella gestione del conflitto sociale?

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha voluto “rassicurare i lavoratori e i sindacati che l’attenzione sulla delicata vertenza Natuzzi, da parte delle istituzioni regionali, è massima e che la scelta dell’azienda di spostare il tavolo su Roma non inciderà minimamente sulla costanza e la continuità dell’impegno. Sin da ora, anzi, la Regione annuncia l’intenzione di convocare, qui in Puglia e immediatamente dopo l’incontro romano, il tavolo Natuzzi con sindacati e azienda per monitorarne i risultati e per verificare l’attuazione degli impegni presi, in sede di Task force regionale sull’occupazione, nel corso dell’ultimo incontro con il presidente della Regione Puglia svoltosi a Bari mercoledì 19 giugno”.

Natuzzi si è fatto beffe delle chiacchiere di Vendola e dei sindacati, confermando la volontà di licenziare e di aumentare la produttività degli operai che rimarranno in fabbrica, intensificandone lo sfruttamento.

Ora le segreterie nazionali e locali di Fenael Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil lamentano che la decisione della Natuzzi è stata presa «senza concordarla col sindacato, senza nessuna possibilità di effettuare un confronto per verificare e/o proporre soluzioni orientate al mantenimento dei posti di lavoro» e «chiedono alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dello Sviluppo economico, al ministero del Lavoro, la convocazione urgente di un tavolo alla presenza dei presidenti delle Regioni Puglia e Basilicata, anche per dare esigibilità ai contenuti dell’accordo di programma recentemente sottoscritto».

E Vendola chiede al ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato “l’immediata convocazione, presso il ministero, di un tavolo nazionale dedicato alla ricerca di possibili soluzioni per la vertenza Natuzzi che, in queste ore, sta prendendo una piega assolutamente inaccettabile e pericolosa. Vorrei rassicurare tutti i lavoratori che la Task force regionale per l’occupazione, e la Giunta regionale nel suo complesso, saranno sempre al loro fianco per percorrere insieme tutte le strade possibili e necessarie per l’individuazione di soluzioni positive. Vorrei infine ricordare, anche a Pasquale Natuzzi, il lavoro straordinario e faticoso che abbiamo dovuto portare avanti in questi anni per chiudere l’accordo di programma sul mobile imbottito della Murgia, accordo che prevede risorse per ben 101 milioni di euro. Ora la sfida, condivisa con imprenditori, sindacati, istituzioni e lavoratori, è quella di saper guardare oltre, oltre il mobile imbottito, innovando contenuti e processi e lavorando per la costruzione del distretto della Casa e dell’Arredo”.

Ma Natuzzi ha già risposto a tutti. Non è disposto a partecipare a nessun tavolo se non a quello che ratifichi il suo piano di licenziamenti. Non è interessato all’accordo di programma perché non vuole riconvertire le sue aziende in altre produzioni che non siano il mobile imbottito. Non recede dalla sua decisione di mettere in mobilità 1.726 operai

Gli unici a poter fare recedere Natuzzi con la forza sono gli operai. Non partecipando a tavoli di chiacchiere. Non seguendo i sindacalisti venduti in inutili processioni a Bari o a Roma. Non organizzando presidi inconcludenti. Ma cominciando a occupare tutte le fabbriche e a bloccare la produzione.

SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA

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