Egregio Direttore,
si scrive “Patto di Genova”, si legge soldi ai padroni. Come denunciava ieri questo giornale, l’accordo fra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.
1) Riduzione dell’Irap per le imprese.
2) Agevolazioni fiscali per le imprese.
3) Copertura con soldi pubblici, a garanzia dei finanziamenti delle banche alle imprese.
4) Energia elettrica agevolata per le imprese.
5) Revisione della spesa pubblica, per compensare i regali alle imprese (e t’attacchi al tram con le tariffe private, se hai soldi).
6) Per operai e pensionati, una vaga promessa a potenziare nientepopodimeno che? Le detrazioni!!!
Nei 6 punti concordati tra imprese e sindacati, l’unica “variabile” che non viene citata sono i profitti, che ufficialmente devono restare un tabù.
Perché regalare soldi pubblici ai padroni se i profitti sono privati e per lo più un pozzo senza fondo?
L’occupazione dipende dal mercato, e questo non si mette a tirare improvvisamente se rimane tale la massa degli squattrinati.
Regalando soldi ai padroni, loro non aumentano per questo i salari, né abbassano il prezzo delle merci, non agevolano il mercato e la sovrapproduzione non crea posti di lavoro.
Ora la parola passa al governo Letta, con Cgil Cisl e Uil che fanno la voce grossa per dare soldi ai padroni, altrimenti fanno sapere: “il nostro disagio si esprimerà nelle piazze”.
In piazza per il profitto.
Saluti cazzuti.
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