RASSEGNA STAMPA
Cina, investimenti
The Diplomat 140213
Le grandi spese estere della Cina
Brendan P. O’Reilly
-Il governo cinese usa le proprie enormi risorse finanziarie per assicurare gli interessi cinesi all’estero; gruppi e cittadini privati stanno facendo grandi acquisti internazionali.
-Le acquisizioni cinesi avranno implicazioni economiche, politiche e strategiche internazionali.
-La Cina ha un grosso potenziale di crescita continuata. Ad inizio anni Novanta il Giappone ebbe per breve tempo un PIL pro-capite superiore a quello USA; misurata in PPP (parità di potere di acquisto) il PIL medio cinese è solo 1/5 di quello Usa: -à c’è spazio per l’espansione economica, soprattutto nella Cina interna.
–Se la Cina riuscisse ad avere una crescita economica tale che il PIL medio fosse anche solo 1/3 di quello americano, sarebbe la maggior economia del pianeta, e disporrebbe di ancora molto più denaro per gli IED.
-Anche con il secondo maggior PIL, la Cina ha superato già gli Usa come maggior potenza commerciale.
-Per la strategia di lungo termine della Cina, sono molto più importanti gli investimenti Esteri Diretti (IED) che non l’assertività nelle dispute territoriali, strumenti soprattutto di consenso politico interno. L’ultima guerra della Cina fu nel 1979 contro il Vietnam e fu un costoso disastro per le sue forze armate.
-La Cina raccoglierà i frutti della crescita economica africana senza avere alcuna base militare nel continente;
-se la sua crescita economica continua, acquistare sarà più facile e sicuro che non conquistare.
-I titoli di debito del governo Usa posseduti dalla Cina sono giunti al record di $1 317 MD. Ma una quota delle riserve della Cina, $3 500 MD, deve essere usata per IED.
-La Banca per l’export-import della Cina, Eximbank, prevede che gli investimenti complessivi cinesi in Africa giungeranno a 1000 MD tra oggi e il 2025.
-In un recente viaggio in Asia Centrale, il presidente Xi Jinping ha promesso oltre $56MD di prestiti per lo sviluppo di un giacimento di gas e la costruzione di un gasdotto.
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-Il boom giapponese nel 1991 si è arrestato di colpo con lo scoppio della bolla immobiliare.
-Ci sono timori che anche in Cina scoppi la bolla immobiliare, come già nel 1991 in Giappone ponendo fine al boom economico; da diversi anni in quasi tutte le maggiori città della Cina i prezzi delle abitazioni stanno crescendo a due cifre; +20% in un anno a Shenzen.
-Questa forte crescita dei prezzi dell’immobiliare derivano in parte dai grandi investimenti esteri della Cina, che hanno messo a disposizione molto denaro ai ricchi borghesi, gruppi privati e statali, che devono investire da qualche parte, per cui il valore di un appartamento a Pechino di un’opere d’arte, o del dollaro dipendono anche dalla domanda cinese.
[R+T]
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