Redazione di Operai Contro,
t’invio un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno
Riva è un assassino
Riva non sarà condannato
Un operaio dell’ILVA
Il pm della Procura di Taranto Raffaele Graziano ha chiesto la condanna a 4 anni ciascuno per 29 ex dirigenti dell’Ilva e dell’Italsider tra i quali l’ex presidente Emilio Riva, suo figlio Fabio e l’ex direttore di stabilimento Luigi Capogrosso, nel processo per le malattie professionali legate al Siderurgico. Gli imputati rispondono a vario titolo di disastro ambientale colposo, omissioni di cautele contro gli infortuni e omicidio colposo per la morte di 15 operai che lavoravano a contatto con amianto.
Nell’elenco degli imputati ci sono numerosi ex dirigenti e consiglieri cda di Italsider e Ilva che hanno gestito dal 1978 il Siderurgico nonchè il passaggio dalla gestione pubblica (Finsider e Partecipazioni Statali) a quella privata, avvenuta nel 1995 con la vendita dell’Ilva a Riva da parte dell’Iri. Complessivamente per i 29 imputati la Procura ha chiesto condanne a pene variabili tra due anni e sei mesi e nove anni di reclusione.
Il massimo – nove anni, per l’appunto – è stato chiesto per gli ex direttori di stabilimento Italsider Giambattista Spallanzani, Sergio Noce e Attilio Angelini; sette anni ciascuno per gli ex dirigenti Italsider e Ilva Girolamo Morsillo, Francesco Chindemi, Mario Lupo, Giovanni Gambardella, Giovanni Gillerio, Pietro Nardi, Giorgio Zappa, Bruno Fossa, Riccardo Ronca, Alberto Moriconi, Aldo Bolognini, Massimo Consolini e Giorgio Benevento; sei anni per Renato Cassano; cinque anni per Franco Simeoni; quattro anni e otto mesi per Nicola Muni, Costantino Savoia, Mario Masini, Lamberto Gabrielli, Tommaso Milanese, Augusto Rocchi e Ettore Salvatore; quattro anni e sei mesi per Emilio e Fabio Riva e Luigi Capogrosso; infine due anni e sei mesi per il giapponese Hayao Nakamura che è stato per un periodo amministratore delegato.
I 15 operai sarebbero deceduti, tra il 2004 e il 2010, per contatto con amianto e altri elementi cancerogeni. Le presunte responsabilità per due dei 15 decessi sono addebitate ad esponenti della famiglia Riva. Nel corso delle requisitoria, il pm Graziano ha parlato di «intollerabile esposizione continua e senza protezione degli operai all’amianto». In aula c’era anche il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio. Nel processo si sono costituiti parte civile i prossimi congiunti delle vittime, l’Osservatorio nazionale Amianto e Contramianto onlus. La sentenza è prevista per il 23 maggio prossimo.
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