Operai, non illudiamoci: la crisi del sistema capitalista ha un solo sbocco, la guerra. Chi ci dice che in fondo al tunnel di questa crisi vede la luce non è credibile; la ripresa di una nazione per gli operai vuol dire più sfruttamento e di conseguenza la rovina per gli operai di altri paesi. Se c’è una luce in fondo al tunnel è quella delle bombe che i macellai imperialisti si apprestano a sganciare; i segnali vanno tutti nella stessa direzione. I padroni devono solo innescare la miccia e di situazioni esplosive in giro per il mondo ce ne sono in abbondanza. Per esempio la contesa di un isolotto disabitato ma con un potenziale di estrazione petrolifero enorme che fa gola a Cina, Giappone e Taiwan; lo zampino imperialista degli USA nella disgregazione dei regimi arabi per sostituirli con dittatori più affidabili per i loro interessi; le tantissime guerra sparse per il mondo e non ultima l’invasione della Crimea da parte dell’ imperialismo Russo. Questi interventi imperialisti nei vari paesi avvengono dopo che il proletariato, e soprattutto gli operai, si sono ribellati allo sfruttamento e alla miseria che la crisi capitalista ha generato. Operai, non possiamo assistere senza reagire alla macelleria di uomini che l’imperialismo si prepara a fare nel mondo! Questa non è una forzatura della fase attuale, ma una presa d’atto della situazione mondiale. I padroni non si faranno scrupoli a scatenare una guerra, per fare in modo che l’accumulazione capitalista riparta, mandando così al macello quella massa di giovani disoccupati che possono ribellarsi all’ordinamento borghese. Il profitto e solo il profitto, interessa ai padroni di tutto il mondo. Perché le ribellioni di massa che pur ci sono state in alcuni paesi non hanno messo in discussione l’ordinamento borghese? Sarebbe riduttivo individuare la causa del fallimento di queste lotte nella disomogeneità interclassiste del movimento (che pure c’era). La vera causa va ricercata nella mancanza di un punto di riferimento politico per gli operai in grado di analizzare la fase e di indicare gli obiettivi da portare avanti. In breve è mancato in quelle realtà e in Italia il PARTITO OPERAIO. OPERAI, SE NON ORGANIZZIAMO IL NOSTRO PARTITO SAREMO SEMPRE AL RIMORCHIO DELLA PICCOLA BORGHESIA POPULISTA, O ANCORA PEGGIO DI UN NAZIONALISMO CHE CI MANDA IN PRIMA LINEA A DIFENDERE GLI INTERESSI DEI CAPITALISTI IN UNO SCONTRO FRATRICIDA CON ALTRI SFRUTTATI . IL GRANDE TIMONIERE (MAO) AFFERMAVA: “ GRANDE E’ LA CONFUSIONE SOTTO IL CIELO , ECCELLENTE E’ LA SITUAZIONE”. CON LE MIE LIMITATISSIME CONOSCENZE TEORICHE DICO: “LA PRATERIA E’ SECCA CHI LE DARA’ FUOCO?” I PADRONI, PER MANDARCI IN GUERRA E RENDERCI ANCORA SCHIAVI? O GLI OPERAI, PER LIBERARCI DELLA DITTATURA BORGHESE E DALLA SCHIAVITU’ DEL LAVORO SALARIATO? SIAMO UNA MASSA CHE UNITA NON TEME NIENTE E NESSUNO. PADRONI, POLITICANTI E SINDACALISTI ASSERVITI TREMANO AL SOLO PENSIERO CHE NOI CI POSSIAMO ORGANIZZARE IN MODO INDIPENDENTE. OPERAI, BASTA LA LAMENTARCI. UNIAMO LE NOSTRE FORZE. LA SOLIDARIETA’ AI POPOLI OPPRESSI NON SI FA CON INTERVENTI MILITARI SPACCIATI PER INTERVENTI UMANITARI, NE’ CON IL PACIFISMO PICCOLO BORGHESE, MA LOTTANDO CONTRO I NOSTRI SFRUTTATOR. I QUALI NON SI FARANNO SCRUPOLI A MANDARCI AL MASSACRO IN UNA GUERRA TRA SFRUTTATI. GUERRA ALLA GUERRA DUNQUE!
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