Per un coordinamento metropolitano di lotta per il diritto alla casa

L’11 marzo un ingente schieramento di DIGOS, polizia, carabinieri e chi più ne ha più ne metta ha sgomberato Aldo dice 26×1. Il residence sociale è stato sigillato e murato. Chi ha inteso di “risolvere il problema di una occupazione abusiva” con lo sgombero ha in effetti la responsabilità di aver alimentato l’emergenza abitativa: chi aveva iniziato a vivere a Aldo dice 26×1 è tornato a vivere in strada e le numerose famiglie che stavano contribuendo ai lavori di recupero per poter avere una stanza a seguito dell’imminente sfratto, hanno oggi la prospettiva di vivere in strada. Aldo dice […]
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L’11 marzo un ingente schieramento di DIGOS, polizia, carabinieri e chi più ne ha più ne metta ha sgomberato Aldo dice 26×1. Il residence sociale è stato sigillato e murato. Chi ha inteso di “risolvere il problema di una occupazione abusiva” con lo sgombero ha in effetti la responsabilità di aver alimentato l’emergenza abitativa: chi aveva iniziato a vivere a Aldo dice 26×1 è tornato a vivere in strada e le numerose famiglie che stavano contribuendo ai lavori di recupero per poter avere una stanza a seguito dell’imminente sfratto, hanno oggi la prospettiva di vivere in strada.

Aldo dice 26×1 ha preso vita a Sesto San Giovanni, ma la questione abitativa non è né principalmente né esclusivamente una emergenza sestese. E’ una questione milanese, metropolitana, regionale e nazionale. E l’ambito metropolitano è il contesto in cui, per sua natura (dimensioni e struttura) Aldo dice 26×1 doveva e vuole rivolgersi e operare.

Migliaia di case del patrimonio pubblico chiuse, gestione di ALER a uso privatistico e che sfiora (con un eufemismo) la speculazione, migliaia di case private sfitte, decine di migliaia di famiglie in attesa di assegnazione o in emergenza abitativa (che rientrino più o meno pienamente nei “criteri” di assegnazione).

 

Ci rivolgiamo alle realtà metropolitane attive per affermare il diritto alla casa, ai movimenti di lotta, agli aggregati formali e informali che operano nei quartieri, al sindacalismo di base e combattivo che mette al centro il diritto all’abitare: vi invitiamo a un confronto collettivo, consapevoli delle specificità di ognuno, per mettere le basi di un coordinamento unitario capace di passare dalla protesta e dalla denuncia a una mobilitazione che affermi gli interessi collettivi, che inizi, su vasta scala (metropolitana) ad assegnare dal basso le case e gli spazi che i vertici degli enti e delle istituzioni lasciano in disuso e al degrado. Assegnazioni dal basso, resistenza agli sfratti, liberazione di alloggi, autorecupero.

 

Per questo vi invitiamo a un incontro, mercoledi 19 marzo alle 20:30 all’Officina dei Beni Comuni, viale Jenner angolo via Livigno (Milano)

 

Aldo dice 26×1 – la liberazione continua

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