Redazione di Operai Contro,
Almeno 200 minatori sono rimasti uccisi e circa 400 sono ancora intrappolati sotto terra dopo l’esplosione e l’incendio avvenuti ieri sera in una miniera di carbone della provincia di Manisa, nell’ ovest della Turchia.
Al momento del disastro sotto terra c’erano 787 minatori, ma alcuni sono riuscite a fuggire. Finora sono stati estratti 201 corpi senza vita e soccorsi numerosi sopravvissuti, tra cui 4 feriti gravi.
Una vera e propria strage: almeno 201 morti. E’ il tragico bilancio dell’esplosione nella miniera di carbone a Soma, trasformatasi in prigione per 200 minatori bloccati a duemila metri di profondità.
Se sul numero esatto delle vittime non ci sono certezze, non vi è alcun dubbio sulla tragedia che ha colpito la Turchia. La corsa contro il tempo per salvare i minatori, che indossavano maschere antigas con un’autonomia fra i 45 minuti e un’ora e mezza, è iniziata alle 19. E di fronte alle riserve di ossigeno sempre più scarse i soccorritori hanno continuano a pompare aria fresca verso le gallerie in profondità. Ma non è bastato.
Secondo il governatore provinciale Bahattin Atci, fra 200 e 300 minatori sono rimasti bloccati a quattro chilometri dall’ uscita in fondo alla miniera di carbone, proprietà di una società privata. I soccorritori hanno iniziato a raggiungere alcuni dei minatori, vivi. Ma con il passare del tempo hanno estratto anche molti corpi ormai senza vita. Le informazioni su quanto accaduto sono imprecise e frammentarie, se non contraddittorie. L’incidente si è prodotto nel pomeriggio durante un cambio di turno.
Per l’emittente Ntv l’esplosione, avvenuta a due chilometri di profondità, sarebbe dovuta a un cortocircuito. Le gallerie sono state invase da fiamme e fumo spesso. Al momento dell’incidente in fondo alla miniera c’erano 580 minatori. Circa 300, che si trovavano in altre gallerie, hanno potuto fuggire subito. I soccorritori sono stati divisi in quattro squadre, che continuano a lavorare senza sosta nel disperato tentativo di fare estrarre dalle viscere della terra i sepolti vivi. Il fumo, l’incendio, che non si sa se sia stato estinto, e il black-out elettrico rendono l’intervento a rischio. Diversi soccorritori hanno dovuto essere ricoverati.
Davanti ai cancelli della miniera si sono riuniti i familiari dei minatori intrappolati. Per loro sono momenti di drammatica attesa. Le carenze nella sicurezza delle miniere di carbone turche sono da tempo al centro di polemiche. Nel 2013, sono stati 93 i minatori morti nelle varie miniere del paese. Nel novembre scorso 300 minatori si erano rinchiusi in fondo alla miniera di Zanguldak, nella regione del Mar Nero – dove nel 1992 una esplosione aveva fatto già 163 morti – per protestare contro le misure di sicurezza insufficienti dell’impianto.
Due settimane fa il principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, aveva chiesto in parlamento un’inchiesta sulla sicurezza proprio nella miniera di Soma. La proposta è stata bocciata dall’Akp, che ha la maggioranza assoluta nella Grande Assemblea di Ankara.
La fame di profitti non ha confini: Turkia, Bangla Desh, Italia………….
La risposta degli operai deve essere un’unica
Spazziamo via i padroni
Sono degli assassini
Un operaio sardo
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