Francesco Ficiarà operaio Fiat, licenziato per discriminazione deve tornare al suo posto di lavoro. Ficiarà è un operaio ribelle, ha coscienza di essere uno schiavo che lavora per far arricchire il suo padrone e resiste ad ogni sopruso. La Fiat poteva licenziarlo per questo motivo? Avrebbe calpestato le stesse leggi costituzionali che prevedono libertà di espressione e di organizzazione, di resistenza sindacale. La Fiat per giustificare il licenziamento ha dovuto inventarsi scarso rendimento, atti di insubordinazione inesistenti. Il giudice non ha potuto fare altro che annullare il licenziamento. La Fiat come al solito ha fatto ricorso, ha i soldi e il tempo per farlo. Il 12 giugno ci sarà nuova udienza, Ficiarà è più deciso di prima a tornare a lavorare, non si è scoraggiato e non si è fatto comprare: combatte una lotta che è di tutti gli operai che si riconoscono come schiavi. Eliminare questi operai coscienti dalle fabbriche, sarebbe la realizzazione di un antico sogno di tutti i padroni. Ma non ci riusciranno. Francesco ha bisogno ora più che mai del nostro sostegno, se tornerà a lavorare in Fiat sarà un risultato importante per tutti gli operai ribelli. Solidarietà a Francesco, per rendere più coraggiosa e forte la nostra classe, la classe degli schiavi moderni, la classe degli operai.
Partito Operaio
PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE DEL LAVORO DI MODENA CORSO CANALGRANDE 60
GIOVEDI’ 12 GIUGNO 2014, ALLE ORE 12,
IN SOSTEGNO DELL’ OPERAIO FICIARA’
PARTECIPATE
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