Dopo 5 anni di dure lotte, il Movimento Cassintegrati Telcom vede oggi la giusta sentenza che invalida i loro licenziamenti da parte dell’azienda TELCOM SpA di Ostuni (BR), azienda Leader nello stampaggio delle Materie plastiche. Una sentenza epocale che schiaffeggia in primis i Sindacati......... E’ nato tutto nel 2009 quando la Telcom ha deciso di aprire l’anno con un comunicato di riduzione del personale, facendo, a tale scopo, entrare x la prima volta in azienda i sindacati. Procedura con accordo a ricatto “o mandiamo 49 in mobilità o licenziamo subito” x riorganizzazione e accorpamento aziendale (mai avvenuti) … 12 sono rientrati subito come da accordo, 37 tutti a casa … 7 fortunati riescono a trovare presto un altro lavoro e 30 in CIGS a 0 ore x 3 anni circa … Il Movimento cassintegrati nasce anche perché fosse fatta chiarezza sui criteri adottati dall’azienda nel mandare via determinate persone anziché altre, chiarezza e spiegazioni mai soddisfatti ne dall’azienda ne dai sindacati . Ma le notizie sul comportamento dell’azienda corrono in fretta e si viene a sapere con documentazione alla mano e per stesse ammissioni della RSU che mentre c’erano 30 persone a casa i restanti dipendenti venivano sottoposti a cicli di lavoro STRAORDINARIO ininterrottamente (Situazione protratta x circa 3 anni…) Acquisto di nuove società come la Borsci (salvando i suoi 25 lavoratori dalla cassintegrazione) o la sfrontata ed incauta pubblicizzazione di nuove grosse ed importati commesse internazionali… D’avanti a tali macroscopiche contraddizioni, si è costituito il Movimento Cassintegrati Telcom come reazione e risposta, ad una spudorata assenza (prima) e schieramento con l’azienda (POI) dei sindacati CGIL CISL UIL e UGL …. al grido “No ai Licenziamenti Telcom” di questi Lavoratori sempre diretti dalla portavoce Roberta Nacci. Il Segretario Filctem CGIL di Brindisi, in particolare, è stata l’unico, dei sindacati confederali, ad accompagnare una parte di quei lavoratori che non hanno avuto il coraggio di ricorrere in giudizio, a firmare una conciliazione in CONFINDUSTRIA per 3600 € , una cosa che ha ulteriormente indignato tutti coloro i quali guardavano questa vertenza con interesse ed anche lo stesso Movimento Cassintegrati . Il Movimento Cassintegrati che non si è fatto recidere i propri diritti si riduce così di numero : da 30 a 14 , … rimangono in 14 a mettere nelle mani del giudice del Lavoro, Maria Cristina Mattei, del Tribunale di Brindisi, tutta la documentazione che attesta come sia stata fraudolenta e discriminatoria la natura di questi licenziamenti … Infatti i licenziamenti erano riservati alle persone marchiate come le “mele marce”, i più fannulloni, i più resistenti al mobbing, a chi non è più idoneo dopo anni di usura fisica a lavorare sui forni, chi ha fatto lunghi periodi di malattia o persone che semplicemente hanno preteso sul posto di lavoro i propri diritti che invece erano intesi dalla proprietà come favori… Nel frattempo il sindacato dei COBAS offre a questi lavoratori in lotta il supporto logistico con l’apertura della nuova sede in Ostuni e il sindacato USI il supporto mediatico con evidenti articoli sulla stampa in rete a loro dedicati. Una vittoria giudiziaria ottenuta grazie al magistrale ricorso curato dello Studio Legale *Gallone & Urso* di Roma che ha offerto il lavoro anche a seguito dell’interrogazione Parlamentare presentata dall’allora On. Pierfelice Zazzera IdV nel 2011. Sulla sentenza 1179/2014 esecutiva Contestuale del 27 Maggio 2014 si legge così che questo manipolo di lavoratori tenaci e caparbi, devono essere finalmente risarciti e reintegrati. Hanno chiesto giustizia e l’hanno ottenuta !! *Il Movimento Cassintegrati Telcom *
L’incendio della crisi sistemica capitalista continua a divampare, avanzando inesorabile e lasciando dietro di sè licenziamenti, cassa integrazione, mobilità, disoccupazione…
Un incendio che con la sua incandescenza brucia l’aria e scioglie le maschere che organizzazioni para-statali a guardia degli operai come “i sindacati” stanno tentando di conservare.
E nonostante si intraveda da tempo il vero volto di questi collaborazionisti guardiani, sono ancora molte e molti a distogliere lo sguardo, in un rifiuto della realtà oggettiva o come in un’allucinazione collettiva, dove il mostro diventa l’angelo salvatore, l’ultimo appiglio.
Possibile anche ipotizzare un’articolata forma di sindrome di Stoccolma. O tutte e tre le cose insieme.
Prigionieri di una morale borghese da storie a lieto fine e pacifica convivenza interclassista.
Sordi alle urla di chi sta precipitando da un ponteggio e ciechi ai chilolitri di sangue versati in fabbrica.