In un tripudio di ipocrite anime pie che fanno l’elemosina inneggiando alla pace e alla legalità
I preti, i perbenisti piccolo-borghesi, i cattopacifisti, le zelanti anime pie al servizio della chiesa, tutti hanno bisogno della guerra, della povertà, della fame, e dell’ignoranza, per ribadire la propria esistenza e affermare la propria presenza. Senza la guerra, senza la miseria, non avrebbero ragione di esistere.
Ecco perché tutti, dal papa all’ultimo adepto di tali congreghe, vanno a braccetto dei politici di turno, sia di quelli seduti nel semplice consiglio comunale sia di quelli appollaiati sugli scranni più alti dello stato: questi garantiscono, con la loro politica antioperaia e antipopolare, che guerre, miseria e fame ci saranno sempre.
A mano a mano che la crisi economica si approfondisce, relegando nella misera strati operai, proletari e popolari sempre più ampi, questi abietti personaggi intensificano la loro ipocrita azione pseudoumanitaria.
A mano a mano che i conflitti militari voluti da stati e classi borghesi esplodono con maggiore violenza, trascinandosi l’inevitabile fardello di distruzione e morte, questi pseudo difensori della pace incrementano la loro presenza nei teatri di guerra.
In questa ipocrita corsa all’umanitarismo di facciata il Vaticano è sempre in prima fila, detta le condizioni e si prende i meriti del lavoro di zelanti servitori che sperano così di conquistare la pace del cuore e un posto in paradiso.
Un esempio di tale impegno è il progetto umanitario “Pane Nostro”. Partito dalla Palestina lo scorso marzo, ora prosegue unendo le Regioni Puglia e Basilicata, che mercoledì 25 giugno consegneranno a papa Bergoglio 500 chili di pane e altrettanti litri di olio extravergine oliva che saranno distribuiti alle mense romane in cui si sfamano le famiglie più bisognose.
Pane e olio verranno consegnati in mattinata, nel corso dell’udienza papale, dalle anime pie organizzatrici dell’evento con un codazzo di politici regionali lucani e pugliesi, mentre nel pomeriggio, sempre nel Vaticano, si terrà il convegno “Pane e olio extravergine della pace e della legalità”, alla presenza di numerosi ambasciatori e autorità ecclesiastiche.
Sì, pace e legalità, perché per queste anime pie pane e olio non sono semplici cibi, ma anche e soprattutto strumenti di propaganda politica. Per l’ideatrice di “Pane Nostro”, Rosita Stella Brienza, “dopo il gemellaggio promosso dalla Basilicata tra i forni lucani e quelli dei padri salesiani di Betlemme, che regalano il pane ai più poveri e agli orfani, siamo davvero soddisfatti che il progetto prosegua con il coinvolgimento del papa, nella stessa direzione di aiutare chi ha più bisogno”.
La donazione di pane e olio è il viatico giusto per farsi largo nelle simpatie di altri “popoli” come quelli della sponda meridionale del Mediterraneo. Le donazioni sono al servizio della borghesia italiana ed europea che hanno “a cuore” quella terra, per coltivarvi i propri obiettivi economici e politici di presenza e dominio. “È nostra intenzione – dichiara il consigliere regionale della Basilicata, Mario Polese, che parteciperà alla donazione al papa – seguire le forme di cooperazione di cui papa Francesco parla con grande coinvolgimento, e che determinano il miglioramento della condizione umana, realizzando attraverso il pane un ponte di pace tra la nostra terra e i paesi del Mediterraneo”.
I nuovi “missionari” vogliono fregare le coscienze popolari con il pane e l’olio! Il popolo palestinese non ha bisogno dell’elemosina del pane italiano, ma di liberarsi dall’oppressione armata dello stato israeliano. Anche gli operai e i proletari italiani non hanno bisogno di elemosine di pane e olio, ma di liberarsi dall’oppressione di tutti coloro che, direttamente o indirettamente, concorrono a trascinarli nella miseria economica e sociale.
SALUTI OPERAI DALLA PUGLIA
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