Notizie dall’ANSA
La crisi militare e le indagini sull’aereo abbattuto si incrociano in Ucraina. in un paese sempre più dilaniato da una guerra civile che miete ogni giorno morti, feriti, dolore e disperazione.
La cronaca. Almeno 14 persone sono morte nella notte in un agguato teso dai miliziani filorussi ai militari ucraini a Shaktiorsk, nella regione “separatista” di Donetsk. Lo sostiene il portavoce dello stato maggiore ucraino dell’operazione militare Alexiei Dmitrashkovski, citato da Interfax. Almeno dieci erano militari di Kiev. Dmitrashkovski ha spiegato che quattro cadaveri non sono ancora stati identificati e potrebbe pertanto trattarsi sia di militari ucraini che di separatisti, visto che – secondo il portavoce delle truppe di Kiev – anche questi ultimi avrebbero “subito gravi perdite”.
L’operazione militare a est è tornata oggi in una “fase attiva” dopo la breve interruzione di un giorno decisa ieri da Kiev per consentire a un gruppo di esperti internazionali di raggiungere il luogo dello schianto del Boeing malese abbattuto il 17 luglio in Ucraina orientale in una tragedia che costata la vita a 298 persone.
Un morto e tre feriti in bombardamento su Donetsk
Una persona è morta e tre sono rimaste ferite in un bombardamento con pezzi di artiglieria che si è abbattuto stamane su Donetsk, la principale città dell’Ucraina sud-orientale dilaniata dalla guerra tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti. Secondo l’ufficio stampa del sindaco di Donetsk, “una granata è esplosa vicino a un bus ferendo i passeggeri” e quattro di questi sono stati portati in ospedale, dove uno di loro è morto.
Cinque morti e 9 feriti in bombardamenti su Lugansk
Cinque civili sono stati uccisi e altri nove sono rimasti feriti nei bombardamenti attribuiti all’artiglieria delle forze di Kiev che hanno colpito la città di Lugansk nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il consiglio comunale dell’importante città dell’Ucraina sud-orientale straziata dalla guerra tra truppe governative ucraine e miliziani filorussi. I bombardamenti hanno causato degli incendi e danneggiato una scuola e un centro commerciale.
Esperti su luogo schianto MH17,ci sono resti umani. Il punto sull’aereo abbattuto
Dopo tanti tentativi falliti e rinvii un gruppo di osservatori internazionali e’ finalmente riuscito a raggiungere la zona dell’Ucraina orientale in cui lo scorso 17 luglio si e’ schiantato un aereo della Malaysia Airlines abbattuto (probabilmente da un missile) mentre era in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. A due settimane dalla tragedia sul posto – è la loro drammatica testimonianza riportata dalla ministra degli Esteri australiana Julie Bishop – ci sono ancora resti umani: quelli di circa 80 delle 298 vittime. Nei giorni scorsi alcuni di loro avevano cercato ripetutamente di arrivare sul luogo del disastro, ma i combattimenti incessanti tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti glielo avevano impedito.
La svolta e’ arrivata quando il governo ucraino ha deciso di interrompere per 24 ore l’offensiva militare contro i filorussi in modo da facilitare il compito degli osservatori, cosi’ come aveva chiesto ieri sera il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Una tregua bilaterale in realta’ non c’e’ mai stata, e proprio mentre gli esperti (otto dell’Osce, due olandesi e due australiani) erano nella zona del relitto si sono verificate delle esplosioni, mentre a meno di dieci chilometri si innalzava verso il cielo un’alta colonna di fumo. La situazione, ha fatto sapere la polizia olandese, è molto instabile. Il vice premier ucraino Volodimir Groisman ha annunciato che stasera un gruppo di contatto trilaterale Russia-Ucraina-Osce riunitosi a Minsk ha deciso di prolungare il cessate il fuoco almeno nell’area in cui si trovano i resti dell’aereo e lungo il percorso che gli osservatori dovranno seguire per arrivarvi.
Ma non e’ comunque chiaro quando le indagini potranno davvero iniziare. Un portavoce dell’Osce, Michael Bociurkiw, ha confermato che sul posto ci sono ancora resti umani, che giacciono da 14 giorni tra le macerie a temperature spesso superiori ai 30 gradi, ma ha anche precisato che il luogo dello schianto del Boeing 777 e’ rimasto in gran parte intatto dal momento della tragedia. L’abbattimento dell’aereo malese ha inasprito drasticamente le già complicate relazioni tra Mosca da un lato e Ue e Stati Uniti dall’altro e ha portato a nuove e piu’ pesanti sanzioni contro la Russia da parte di Bruxelles e Washington, con misure restrittive che colpiscono diversi settori economici, e in particolare energia, finanza e armamenti. Secondo gli esperti occidentali infatti a causare questa tragedia – nella quale hanno perso la vita 298 persone, tra cui 193 olandesi, 27 australiani e 43 malesi – sono stati probabilmente i separatisti, che avrebbero aperto il fuoco con un sistema missilistico terra-aria fornito loro dalla Russia.
Il Cremlino nega però ogni coinvolgimento e anche gli esperti dell’ente aeronautico russo si trovano ora in Ucraina per fornire la loro versione dei fatti. Ma alle indagini parteciperanno anche il governo malese e quelli di Olanda e Australia, a cui oggi il parlamento di Kiev ha permesso di inviare fino a 950 esperti, militari e non: 250 per Canberra e 700 per i Paesi Bassi, che guideranno l’inchiesta internazionale. Sul piano della politica interna ucraina, il parlamento di Kiev ha respinto le dimissioni presentate la settimana scorsa dal premier Arseni Iatseniuk e ha approvato alcune riforme impopolari che il primo ministro aveva chiesto (e inizialmente non ottenuto) per finanziare con altri 758 milioni di dollari il conflitto contro i separatisti a est e per evitare il default della repubblica ex sovietica.
Il conflitto secondo il presidente Petro Poroshenko costa a Kiev 5,8 milioni di dollari al giorno e le finanze disastrate del paese sono mantenute sopra la linea di galleggiamento da un piano di aiuti internazionali da 27 miliardi di dollari. Il parlamento ucraino ha inoltre deciso di introdurre una nuova imposta “di guerra”, pari all’1,5% del reddito, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato 241 milioni di dollari ed essere eliminata il primo gennaio 2015.
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