RASSEGNA STAMPA
Gfp 140819/20
L’acuto senso pubblico/Scatenato dall’Occidente
Il governo tedesco ha annunciato la fornitura di attrezzature belliche(con veicoli, visori notturni e indumenti protettivi) alle forze armate del governo regionale curdo del Nord Irak, giustificato dall’avanzata dell’organizzazione terroristica Stato Islamico (IS).
Non ancora deciso l’invio di armi, ma nei circoli di governo è in aumento l’approvazione in tal senso.
Rappresentanti CSU propongono ad es. la fornitura di missili anti-carro tipo Milan; l’ex ministro Esteri Fischer (Bündnis90/Verdi) è a favore della fornitura di armi; lo stesso ha dichiarato il presidente della frazione parlamentare della Linke, Gregor Gysi; il ministro Economia SPD è ha favore del progetto della ministra Difesa; il ministro Esteri (SPD), Steinmeier: nel suo sostegno al governo regionale curdo Berlino giungerà fino “al limite di ciò che è giuridicamente e politicamente possibile.
– Cresce in Germania la richiesta di far partecipare agli attacchi militari contro IS la Bundeswehr. Gli esperti sottolineano che tali attacchi aerei e il potenziamento delle forze curde irachene potrebbe essere fatto facilmente dagli USA. Tuttavia, è opportuno inviare “un segnale agli Stati Uniti,” che si è pronti per azioni militari nel “cortile di casa” della UE.
– Tali azioni soprattutto in Nord Africa e Medio Oriente rientrano tra gli obiettivi della campagna dell’establishment berlinese avviata nell’autunno 2013, e propugnata anche dal presidente federale Gauck; l’obiettivo è di accrescere l’influenza tedesca anche in MO.
– Da un sondaggio in primavera della Fondazione di Amburgo, Körber, risulta che il consenso della popolazione è relativamente basso, e che può essere aumentato se le missioni sono dirette “contro un pericolo per la pace e la sicurezza in Europa”, o per “impedire un genocidio”. È questa chance che offrono i massacri di IS in Irak … con la legittimazione dell’intervento della Bundeswehr.
– Il portavoce per gli Esteri del gruppo parlamentare Bundnis 90/Verdi crede che l’opinione pubblica abbia un senso acuto per le situazioni di emergenza. …non si può lasciare sempre tutti i compiti agli Usa …
– Il contesto in cui si colloca la decisione dei ministri Esteri della UE di fornire armi al governo curdo (“responsabilità europea a cooperare con l’Irak nella comune lotta contro il terrorismo”)
– è strategico e va ben oltre la lotta contro l’organizzazione terroristica IS: si tratta di una divisione dei compiti interna all’Occidente, per assumere, assieme agli Usa, maggiori funzioni di controllo in Nord-Africa e MO.
– Gli Usa intendono concentrarsi sul lungo periodo sulla competizione contro la Cina e stanno spostando la loro attenzione geopolitica ceerso l’Asia S-E; cercano per questo di alleggerire i loro impegni in altre regioni grazie a Berlino e Bruxelles.
– La Germania accoglie favorevolmente la richiesta come opportunità di rafforzamento. “La politica di sicurezza tedesca deve innanzitutto concentrarsi sull’area sempre più instabile attorno all’Europa di Nord Africa e Medio Oriente – SWP- non ultimo per sgravare l’alleato americano della Nato a seguito del suo crescente impegno in Asia”, lo stesso leitmotiv addotto per giustificare il maggior impegno UE e dei paesi membri in Irak. L’esperto SWP dice chiaramente che dal punto di vista meramente militare non ci sarebbe bisogno degli europei, basterebbero le forze armate americane con i loro attacchi aerei ad attaccare le postazioni dell’IS. Stessa cosa per la fornitura di armamenti.
– Ma è politicamente importante che gli europei offrano il loro sostegno ai bombardamenti aerei e all’armamento dell’esercito curdo. … È pur sempre il cortile di casa europeo ad essere interessato. Gli europei potrebbero dimostrare che si occupano dei loro vicini nel S-E come quelli a Est.Un attacco tedesco-europeo contro IS sarebbe un segnale agli Usa che si è pronti ad un maggiore impegno.
Tesi GFP: Le aggressioni occidentali in MO e gli aiuti di importanti alleati regionali dell’Occidente hanno reso possibile l’ascesa dell’organizzazione terroristica Isis, come dimostrato da osservazioni di esperti. Guerra, occupazione e resistenza hanno creato un terreno fertile che ha fatto fiorire anche raggruppamenti salafiti.
– L’organizzazione precorritrice di Isis, “Al Qaida di Irak” – nata dalla rete creata dal terrorista Abu Musab al Zarqawi, dopo l’abbattimento di saddam Hussein, e così denominata dal 2004 – è riuscita a diventare potente solo dopo l’attacco Usa all’Irak (secondo la tedesca Fondazione Scienza e Politica – SWP). Nel 2006 ha preso il nome di Stato Islamico in Irak (ISI), nel maggio 2010ne prese la guida Abu Bakr al Baghdadi, oggi Califfo di IS. ISI è riuscito a stabilizzarsi in Irak, ma non aveva ancora la capacità di prendere il controllo di intere aree.
– Questo potenziale l’ha ottenuto a fine 2011, quando la Siria cominciò a disintegrarsi sotto i colpi dei ribelli appoggiati dall’Occidente; al Baghdadi decise di inviare i suoi guerriglieri in Siria dove poteva utilizzare il vuoto di potere per ampliare la propria rete terroristica; in Siria fu inizialmente presente come Fronte di Al-Nusra, a seguito di scontri interni con questo, nell’aprile 2013 ISI si è allargato a divenire ISIS, e a prendersi intere aree nel N-E della Siria;
– fu questa la base da cui a inizio 2014 è riuscito a prendere il controllo di territori in Irak, nella regione attorno alla grande città di Falluja; nel giugno 2014 iniziò l’avanzata verso il Nord Irak, si rinominò IS, e istituì un Califfato, accompagnato da orribili massacri.
– Senza il sostegno finanziario e logistico di Arabia Saudita e Turchia, stretti alleati dell’Occidente, IS non avrebbe la forza che oggi ha.
– Secondo esperti parti dell’establishment saudita non solo appoggiano o almeno hanno appoggiato, milizie salafite in generale, ma in particolare anche bande terroristiche salafite, come il fronte Al-Nusra e ISIS.
– Obiettivo: eliminare le forze sciite di Siria, Libano e Irak; di fatto l’azione è stata contro alleati di fatto o potenziali dell’Iran, con l’obiettivo di ottenere l’egemonia saudo-arabica in MO.
– Mentre i guerriglieri di Isis o di Is provengono da diversi paesi arabi ed europei, mentre finanziamenti, direzione religiosa e addestramento proviene invece per lo più da Arabia Saudita e Kuwait. (Institute for National Security Studies” – INSS di Tel Aviv, febbr. 2014)
– Da inizio 2012 la Turchia è un canale principale per il flusso di uomini, armi e sostegno logistico, a cominciare da Al-Nusra (Foreign Affairs, giugno 2014); il governo turco vede bene i guerriglieri stranieri per indebolire il regime di Assad, e le propaggini del PKK in Siria, le unità curde che stanno combattendo contro IS. (SWP) Ankara ha cooperato fino ad inizio 2013 con al-Nusra. Ci sono indizi che il traffico frontaliero tra il territorio di IS in Siria e in Turchia, quindi presumibilmente anche rifornimenti, è ancora oggi molto sostenuto.
– La sanguinosa avanzata di IS è il culmine di sviluppi strettamente collegati agli interventi occidentali in MO, e alla distruzione di Siria e Irak, avviata questa con l’attacco americano del 20 marzo 2003; ancora oggi si discute sul reale numero delle vittime della guerra;
– secondo Lancet, giornale specialistico di medicina, nel 2006 erano 655 000; osservatori sostengono che ora siano giunti a 1 milione.
– Si aggiungono le distruzioni delle strutture sociali irachene, che ha esacerbato la violenza interna al paese, di cui non si vede ancora via d’uscita.
Oggi si sa che, se nel 2003 la Germania prese pubblicamente posizione contro l’attacco all’Irak, essa in vari modi ha di fatto collaborato all’azione militare. I servizi tedeschi ad es. hanno fornito un supposto testimone dell’esistenza di armi di distruzione di massa, pretesto per legittimare la guerra.
– I servizi tedeschi erano presenti a Baghdad ancora durante la guerra, e fornirono importanti informazioni all’alleanza occidentale.
– Le truppe americane hanno utilizzato per la guerra le basi in Germania.
– Soldati tedeschi hanno assunto la difesa di caserme americane.
– Anche la società siriana è distrutta dalla guerra, iniziata nel 2011: 170mila le vittime, fino a 10 milioni di profughi.
– La Germania ha appoggiato la guerra in Siria, con aiuti politici, dei servizi segreti e umanitari ai ribelli. Un sostegno fornito nonostante gli avvertimenti dei critici secondo i quali esso rischiava di contribuire alla distruzione del paese, e di rafforzare le milizie salafite, ma anche i terroristi.
– inizio febbraio 2012, l’arcivescovo greco-melchita di Aleppo avvertì che c’erano molti estremisti tra i numerosi soldati inviati in Siria da Turchia, Irak, Giordania, Libia e Pakistan.
[R+T]
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