da Facebook
Lo "spionaggio Fiat" aveva portato, in epoca in cui non esistevano computer, alla creazione di trecentomila fascicoli personali intestati non solo a tutti i dipendenti, ma pure ai loro familiari, e in generale, a tutti coloro che entravano in contatto con la società. I dati (relativi alle tendenze politiche ma anche "morali" e caratteriali) erano raccolti con la collaborazione di portinai, vicini di casa ecc. da agenti di PS, da carabinieri e, fuori orario, da guardie giurate Fiat e venivano coordinati e gestiti da un ufficio interno diretto da ex ufficiali superiori dei carabinieri e dell'esercito all'ultimo piano della sede centrale Fiat di Corso Marconi. Romiti ha spiegato di avere, poi, smantellato la struttura e nessuno, allo stato, è in grado di verificare la veridicità di tale affermazione. E' facile rendersi conto come, in regime di totale libertà di licenziamento senza giusta causa, il possesso di tali dati consentisse una "gestione del personale" del tutto svincolata da ogni criterio di civiltà, vincoli, leggi, ecc ecc. La Fiat ne uscirebbe avvantaggiata nel proprio interesse di profitto e dominio...
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