a Brescia sono tornati i manganelli della polizia in difesa del gangster Renzi
Ormai dovremo abituarci se son si lecca il culo del gangster, il minimo è la testa spaccata
Un operaio di Brescia
La cronaca di Repubblica
Fischi, contestazioni e slogan hanno accolto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, a Brescia. In un paio di occasioni, si sono verificati anche scontri quando i centri sociali hanno cercato di aggirare il cordone di sicurezza: gli agenti hanno respinto l’avanzata con una carica e con l’utilizzo di fumogeni. Dal corteo, caricato un paio di volte dalle forze dell’ordine, sono partiti lanci di fumogeni, uova e anche qualche pietra. Dai manifestanti – circa duecento secondo una prima stima – si sono levati ripetuti slogan contro Matteo Renzi e, in generale, contro le politiche del lavoro. Un poliziotto e un carabiniere, al quale i manifestanti hanno cercato di strappare lo scudo difensivo, sono rimasti feriti nei tafferugli e sono stati medicati sul posto.
Fuori dai cancelli della Palazzoli srl, dove il premier incontra gli industriali bresciani, c’erano da una parte centri sociali, insieme a Cobas e movimenti studenteschi. Dall’altra, i lavoratori della Fiom. I primi hanno aspettato l’arrivo del premier all’esterno della fermata della metropolitana Casazza, a pochi chilometri dai cancelli dell’azienda dove si svolge l’assemblea dell’AIB. Fallito il tentativo di sfondamento del cordone di sicurezza a protezione della Palazzoli, una parte del corteo dei centri sociali ha lasciato l’area limitrofa della fabbrica e si è spostata in centro, bloccando il traffico. I giovani urlano slogan contro il premier e le politiche economiche dell’esecutivo e sventolano striscioni con scritto “Assediamo Renzi e le sue politiche”. In un primo momento, i centri sociali avevano tentato di aggregarsi al corteo della Fiom, che ha però rifiutato.
Per l’ex leader della Fiom, Giorgio Cremaschi, tra i partecipanti al presidio sindacale, il presidente del consiglio “non è un interlocutore, è un avversario”. E ha aggiunto:
“Bisogna lottare per fare cadere questo governo, è pericoloso e sbaglia chi, anche all’interno del sindacato, pensa di potergli far cambiare idea. Bisogna mettere in discussione la sua autorità e autorevolezza. Per me Renzi non è un interlocutore, se voleva occuparsi di lavoro poteva andare a Terni dalla Ast e non qui agli industriali”. Riferendosi agli attimi di tensione vissuti, intorno alle 10, tra manifestanti e forze dell’ordine, Cremaschi ha minimizzato.
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